Iadaresta: "L'esordio a San Siro contro l'Inter il ricordo più bello. Negai la maglia a Materazzi, poi..."
Fonte: Gianlucadimarzio.com
Intervistato da Gianlucadimarzio.com, Pasquale Iadaresta, ora attaccante del Latina in Serie D ma con un passato nelle fila delle giovani del Napoli, ha ricordato l'esordio nella massima serie con la maglia del Siena, avvenuto a San Siro contro l'Inter di Roberto Mancini: "Durante la stagione 2003-2004, il direttore Giorgio Perinetti e l'allenatore Luigi Simoni mi invitarono ad allenarmi con la prima squadra e dopo il fallimento del Napoli mi chiamarono a Siena, dove nel frattempo si erano trasferiti. Da lì iniziò un altro tipo di vita, perché ero in orbita prima squadra anche se giocavo con la Primavera e l'anno successivo arrivò la chiamata che aspettavo da sempre. Luigi De Canio e il suo vice Antonio Conte mi diedero la possibilità di esordire in serie A, a San Siro: rimarrà il ricordo più bello della mia carriera. Nel campionato 2005-2006 fui convocato quasi sempre e sfiorai ripetutamente l'esordio. Ricordo in particolare Siena-Juventus, partita fondamentale per i bianconeri nella corsa scudetto: mi riscaldai dal decimo del primo tempo senza mai entrare. Paradossalmente, quando andammo a San Siro, nonostante i tanti infortuni, non mi aspettavo minimamente di esordire. Il Siena aveva assolutamente bisogno di fare punti contro un Inter all'epoca fortissima: la presi con filosofia. Quando mi chiamarono per il riscaldamento le gambe tremarono e mi passarono per la mente tutte le istantanee della mia vita. Giocai un buon pezzo di partita e riuscimmo a strappare il punto che diede la salvezza matematica al Siena: meglio di così non potevo chiedere. Era il 2006...".
Poi svela un curioso retroscena: "Incontri speciali? Fabio Cannavaro fu molto gentile e simpatico. Volevano tutti la sua maglia ma lui scelse di darla a me e volle anche la mia, dicendo che nella vita non si sa mai... Poi ricordo con piacere anche Marco Materazzi, mi invitò dentro lo spogliatoio dell'Inter per lo scambio e c'era Mancini infuriato per un pareggio che poteva costare caro. Materazzi disse subito che ero con lui per scambiare la maglia, ma io mi rifiutai di dargli la mia: "come, non me la dai?". Dovetti lottare con il magazziniere per farmene dare un'altra maglia: quella dell'esordio a San Siro sta appesa su un muro di casa. Accanto a quelle di Materazzi e Cannavaro...".