Ielpo: "Il gol di Bergomi mi tormenta ancora". Zenga: "Derby speciale? Il primo"
di Stefano Bertocchi
Qual è il suo derby del cuore?
I: “Ne ho giocati un paio in Coppa Italia, ma ne ricordo di belli visti dalla panchina. Quello vinto 2-1 a marzo ’94 ad esempio, autogol di Bergomi e gol di Massaro. E poi un altro… da casa. Maggio 2001, 6-0 del Milan. Ero a casa di amici vicino San Siro, a fine primo tempo gli interisti erano già usciti dallo stadio”.
Z: “Non ne ho uno in particolare. Ne ho giocati da quando avevo 10 anni. Fatico a indicarne uno cui sono più legato. Quando vai avanti nella vita impari a fare tesoro anche delle sconfitte. Prendiamo il famoso gol di Hateley, 5' dopo ho fatto una parata mostruosa di cui nessuno si ricorda... Se però devo citarne uno, direi il primo giocato e vinto 2-0 con gol di Serena e Muller, nel novembre 1983”.
La sua più grande delusione?
I: “Ottobre ’94, ottavi d’andata di Coppa Italia. Bergomi mi segna di testa sotto la Sud a mezz’ora dalla fine. Capito? Bergomi! Che sfortuna. Uno dei suoi ultimi gol in carriera tra l’altro, un evento rarissimo, e ancora mi dà fastidio. Scherzi a parte, a quei tempi il derby valeva più per l’Inter che per noi. A loro svoltava la stagione, mentre per il Milan era giusto un rimpianto. Ho esordito in Serie A in un Cagliari-Inter 0-3 con tripletta di Klinsmann, settembre ’90. Erano campioni d’Italia, ma il ciclo stava per finire. Quando sono stato al Milan non c’è mai stata un’Inter davvero forte”.
Z: “Vale lo stesso discorso. Ricordo bene l'enorme delusione nel 1988, quando in coppa Uefa fummo eliminati in casa dal Bayern Monaco. Tre giorni dopo però vincemmo il derby con gol di Serena. Di derby ne ho giocati, vinti e persi tanti. Tutte comunque grandi esperienze”.
Chi toglierebbe all’avversario?
I: “Di sicuro Barella, e poi uno tra Dzeko e Lautaro. Facciamo entrambi dai. Tra l’altro adoro Nicolò, è un fenomeno. È il centrocampista del presente e del futuro”.
Z: “Il Milan si è già tolto Theo e mi sembra che basti, perché Pioli è stato bravissimo a sparigliare le carte a centrocampo con il francese e Calabria che vengono a giocare dentro. Indipendentemente da chi gioca, ormai hanno un sistema per cui se anche manca qualcuno non ne risentono. I due terzini sono stati decisivi a Bergamo e a Roma. Ibra? Mi piacciono da impazzire quelli come lui, Ribery e Buffon. Perché non è un problema di non mollare. Loro vanno avanti e sono ancora decisivi”.
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Mercoledì 11 dicembre