Il pericolo delle provocazioni
Sarebbero state già sufficienti le vaticinanti dichiarazioni di Lotito che, in barba ad ogni sportività, ha definito "strameritata" la vittoria della Lazio ma, lo stesso ha rincarato la dose accusando Mourinho di non avere "cultura della sconfitta". Orbene, l'allenatore nerazzurro, checché se ne dica, ha fatto una disamina obbiettiva di una partita il cui andamento é stato evidente a tutti, non tralasciando al contempo i complimenti alla Lazio per essere riuscita a portarsi a casa la coppa. Forse sull'onda di certe disamine che di attinente con la realtà e l'obbiettività hanno ben poco qualcuno si è sentito autorizzato a rincarare la dose. Non solo. In occasione della tradizionale amichevole tra Juve A e Juve B a Villar Perosa, lo stesso John Elkann, alla domanda se fosse stato o meno colmato il gap con l'Inter, ha risposto con un sarcastico "chiedete alla Lazio". E poi, non bisogna dimenticare che c'e' anche chi, sul proprio sito ufficiale, anziche' parlare delle sesta sconfitta nelle ultime sei partite di precampionato, parla di quella dell'Inter.
Ormai è acclarato che l'Inter del dopo Calciopoli è invisa a molti ma non è condivisibile questa sperequazione nelle valutazioni delle dichiarazioni degli addetti ai lavori che invece dovrebbero vagliare cum grano salis certe esternazioni che non fanno che alimentare un clima già malsano di un calcio, quale quello italiano, che sembra aver perso i galloni della nobiltà. Occorre infatti stigmatizzare certi atteggiamenti provocatori e non scagliarsi in maniera faziosa su una eventuale reazione del provocato. In sintesi occorre maggior equilibrio nelle analisi specie da parte di chi, come gli addetti alla carta stampata, con le loro prese di posizione influenzano gran parte degli umori delle tifoserie. E' opportuno alimentare la cutura sportiva e non atteggiamenti odiosi o faziosi, ne beneficerebbe il calcio tutto.