Il prossimo 23 marzo primo Inter Medical Meeting al Meazza. Volpi: "Nelle mie due epoche nerazzurre..."
Fonte: dall'inviato al Suning Training Centre (Appiano Gentile), Fabio Costantino
La Sala Executive dello stadio 'Giuseppe Meazza' ospiterà il 23 marzo il primo Inter Medical Meeting, dedicato al tema 'Ritorno allo sport dopo la ricostruzione del LCA nel calciatore professionista'. A presentare l'iniziativa Giovanni Gardini, COO dell'Inter, e il dottor Piero Volpi.
Ecco le parole di Gardini: “Abbiamo cercato di trovare il tempo e lo spazio per sottolineare come l'Inter abbia attenzioni particolari oltre la squadra e il quotidiano. Oggi l'aspetto medico è importante, capire le performance dei calciatori, quanto possono essere migliorabili, quanto si può prevenire un infortunio, quanto si potrebbero evitare tragedie accadute nel passato recente. In passato certe situazioni non sono state tenute in considerazione. Il calciatore è innanzitutto un uomo e la sua salute deve essere prioritaria. Fa sport ma è soggetto a stress emotivo e fisico, è necessario avere la giusta attenzione nel momento in cui bisogna raccontare come sta. Lo staff sanitario deve tutti i giorni cercare di tutelare i giocatori, che sono persone oltre ad avere dei valori economici importanti per l'azienda. Quanto il professor Volpi ci ha parlato di questa possibilità ne siamo stati felici, la gente deve sapere che si può lavorare in una struttura che va dai professionisti ai 300 ragazzini che vanno seguiti con grande attenzione. Grazie al lavoro del professor Volpi dal suo ritorno si siano fatti passi da gigante, per questo il primo Inter Medical Meeting deve essere un punto di partenza, non uno spot, per far capire che l'Inter è attenta a queste situazioni relative a tutto il settore, comprese giovanili e femminile. Siamo molto contenti di poter ospitare a Meazza questo primo convegno, ma ci siamo dati l'obiettivo che sia un percorso lungo e debba dare dei punti salienti su ciò che concerne la salute dei calciatori”.
Piero Volpi: “Da anni la medicina dello sport affianca qualsiasi attività sportiva, in particolare quella del calcio. La medicina applicata al calcio ha fatto progressi enormi. Il mondo calcistico e quello medico devono sempre più parlarsi, confrontarsi e unire le forze per far sì che l'atleta abbia sempre più efficienza per raggiungere gli obiettivi prefissi: svolgere la propria attività sportiva in salute, possa svolgere un'attività super agonistica in ampia sicurezza e arrivare a fine carriera senza logorio. Questo vale per tutti gli sport e a ricaduta tutte queste informazioni coinvolgono il mondo dilettantistico, amatoriale e giovanile. Ringrazio la dirigenza di FC Internazionale che mi hanno supportato nello sviluppo di questa idea, per me è un onore portare avanti concetti di questo tipo, aspetto culturale e sociale. La punta dell'iceberg è il calcio professionistico, ma dello sviluppo di questi concetti beneficeranno tutti. Il ritorno in campo dopo la ricostruzione del crociato anteriore è l'argomento topic del primo convegno, se ne dibatte tanto e sono molti gli aspetti da sviluppare. Questo argomento tiene in apprensione tutto il mondo di chi fa sport, di chi vive un momento di grande sconforto dopo un infortunio di questo tipo. A questo evento parteciperanno grandi opinion leader italiani, ma come ha detto il dottor Gardini speriamo che questa programmazione ci porti tali soddisfazioni da proporne ulteriori su altri argomenti, allargandoci all'orizzonte internazionale. Ci sono altri esempi nel mondo, ma a livello italiano ci possiamo considerare tra i primi a presentare un progetto di questo tipo. Dai segnali che abbiamo noto grande interesse e spero che questa iniziativa possa aiutare tutto il movimento del calcio”.
Volpi parla anche delle sue due parentesi storiche come responsabile medico interista: "Io all'Inter ho vissuto due epoche. Nella prima eravamo 5-6 persone nello staff tecnico. Oggi ci sono 10-12 persone che lavorano nello staff quotidianamente, a cui si aggiungono consulenti a latere. La situazione vale per tutte le squadre, le conoscenze sono ampliate e le esigenze sono maggiori. Giusto si vada verso una competenza specifica settoriale. La medicina dello sport è entrata in modo importante nel settore e la materia è molto vasta. Ci sono tantissime aree che vanno seguite con grande attenzione sotto il profilo legislativo e quello della pratica quotidiana. L'aumento delle sostituzioni? Tema molto dibattuto, si propone per ridurre l'incidenza traumatica. Non vuole essere l'unico, ma per esempio l'introduzione al Mondiale di una nuova sostituzione nei supplementari mi sembra un passo avanti importante delle istituzioni. L'impennata delle rotture dei crociati? Da anni si studia il problema ma non si riescono a ridurre le lesioni, è un trend elevato da anni e se ne discute tantissimo. Si è cercato di porre dei correttivi ma non si è mai arrivati alla riduzione dell'incidenza. La prevenzione che attuiamo sui grandi atleti può arrivare fino a un certo punto. Benché sia ottima non si riesce a scongiurare il rischio. Evidentemente il nostro corpo umano, che è fatto in maniera perfetta, ha dei punti deboli. Purtroppo non si possono modificare elementi come il controllo della fatica per il numero delle partite, i viaggi, gli allenamenti sempre più stressanti per via della competizione. Il calcio di una volta aveva un'intensità diversa, non era meno veloce ma l'intensità era inferiore. Anche la fisicità dei giocatori è molto cambiata. Oggi non possiamo prevenire tutto, tanto ma non tutto. Oggi comunque l'incidenza maggiore sono le lesioni muscolari, chiaro che il crociato anteriore fa più paura per via del suo percorso di guarigione. La riduzione dei tempi di recupero? Ne dibatteremo al convegno, è il motivo che ci ha spinto a puntare su questo argomento. Nella comunità medica c'è chi spinge per recuperare prima l'atleta, chi è invece più cauto".