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Infantino: "Vogliamo tornare al calcio e torneremo a giocare, ma fino a che c'è un rischio non si gioca"

di Egle Patanè

Il presidente della Fifa, Gianni Infantino, intervenuto in diretta Instagram con Ronaldo il Fenomeno (LEGGI QUI) ha commentato la situazione che sta vivendo in questo momento il mondo intero e il mondo del calcio a causa del Coronavirus. Il numero uno della Fifa si è dichiarato incerto su quando si potrà ricominciare, mettendo la salute al primo posto: "Si vive come tutti, con speranza, però con moltissima tristezza. Nessuno si sarebbe mai aspettato una cosa simile, non eravamo pronti, non sapevamo e non sappiamo cosa succede. Vediamo immagini molto tristi e terribili di gente che soffre e che muore. Molta gente purtroppo ancora non ha capito quanto è triste e preoccupante la situazione. È ancora presto anche se sembra che la situazione stia migliorando. I numeri scendono perché sono state prese delle misure. Bisogna tenere duro e avere forza di rispettare le regole, stare a casa e mantenere le distanze. È questione di rispetto nei confronti di chi soffre, chi è morto e anche di chi combatte tutti i giorni come i medici e gli infermieri che sono davvero degli eroi. Vogliamo tornare a vedere il calcio ma è ovvio che oggi la salute è la priorità. Oggi conta solo la salute, bisogna seguire le raccomandazioni. Questa crisi e questo virus ci mostra quanto siamo piccoli e vulnerabili e quanto sia globale il mondo. Succede una cosa da una parte e subito ne è coinvolto tutto il pianeta, questa è la globalizzazione, dobbiamo vivere con questo. La risposta a questo virus è stata la chiusura di tutto, delle città, delle Nazioni, ma dovremo riaprirci e quando ci riapriremo il calcio dovrà giocare un ruolo importante, ma per adesso dobbiamo aspettare. Per la prima volta nella nostra storia di appassionati di calcio, il calcio non è la priorità numero uno. È triste ma è così".

Come sarà il calendario da ora in poi?
"È una bella domanda, ma anche a questa domanda bisogna rispondere che prima viene la salute. Fino a che c'è un rischio non si gioca, se c'è da aspettare un po' di più, aspetteremo. La situazione è seria, vedo la gente litigare per iniziare al più presto, ma bisogna farlo quando si potrà. Poi si giocherà, recupereremo. Ma non si può mettere a rischio la vita delle persone per una partita. Bisogna fare un passo indietro anche per la gente che soffre, se a luglio o ad agosto, vedremo, ma ora non si può dire. Non lo so quando ricominceremo". 

Finché ancora c'è lo stato d'emergenza non sappiamo cosa succede...
"No e non dobbiamo mettere pressione, dobbiamo capire la situazione, parlare tra di noi e preparare gli scenari: quando i governi dicono che si può fare noi saremo pronti. Al momento non è giusto nei confronti di chi soffre e lotta parlare di calcio e pensare a tornare a giocare al più presto. Giocheremo quando si può".


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