Inter Grassroots Program: le parole dei protagonisti
Fonte: Dall'inviato ad Appiano Gentile (CO), Marco Lo Prato
Oltre a Roberto Samaden e Javier Zanetti, anche altri funzionari nerazzurri hanno preso parola in occasione della presentazione del progetto Inter Grassroots. Mattatore di giornata Paolo Migliavacca, coordinatore tecnico, oltre del progetto Grassroots, anche dei centri di Formazione dei tecnici interisti. Viene poi introdotto Giuliano Rusca, responsabile tecnico delle attività di base del settore giovanile che sintetizza i concetti su cui si fondano le scuole calcio Inter: "Le tre parole fondamentali per noi sono: scouting, formazione e valorizzazione. Il nostro obiettivo è mantenere una linea diretta con i valori che contraddistinguono la nostra società".
Dopo Rusca, è il turno di Massimo Giuriola, responsabile tecnico delle scuole calcio dai 5 ai 7 anni: "Abbiamo una responsabilità incredibile nei confronti dei ragazzi e delle famiglie perché iniziamo i giovani al calcio. Non deve quindi essere un momento di sport, ma anche una possibilità di crescita personale, come individuo". E' poi il turno di Marco Galli, responsabile dell'area medica del settore giovanile: "Uno dei nostri obiettivi è quello di migliorare l'alimentazione degli atleti che troppo spesso viene sottovalutata, soprattutto a quest'età".
Si passa poi alla parte prettamente calcistica del progetto quando prende parola Roberto Niccolai, responsabile dei preparatori atletici del settore giovanile nerazzurro: "Vogliamo uniformare la metodologia d'allenamento in tutte le squadre che collaboreranno con noi. Abbiamo 13 preparatori atletici, tutti reduci da esperienze calcistiche a livello professionistico, di cui tre direttamente dal nostro settore giovanile. Stiamo conducendo anche una serie di ricerche per la conoscenza della crescita di un atleta e portiamo avanti una serie di test - in collaborazione con l'area medica della prima squadra - per individuare il talent player".
Infine viene il momento di Luciano Castellini, ex portiere e ora responsabile dell'area di preparazione dei numeri 1: "Sono anzianotto", esordisce ridendo, "ma ho una grande passione e questo mi porta a voler essere innovativo. Il problema dei portieri è l'identità di scelta: è un ruolo particolare, solitario. Bisogna star vicino ai giovani e aiutarli in questo, oltre che a livello tecnico. Chi ha vissuto il nostro mestiere sa di cosa sto parlando, ed è per questo che sono qui".