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Invertendo l'ordine degli addendi….

di Alberto Casavecchia

Basta questa formula matematica elementare a fotografare il grande momento nerazzurro; un’Inter orfana di Sneijder, uomo cardine degli schemi di Mou e talismano nerazzurro (da annoverare insieme a quella di un lottatore come Stankovic) travolge il Cagliari e allunga a +10 sul Milan, incapace di andare oltre lo 0-0 a Bologna. Niente trequartista? Mou risponde ‘no problem’, tre punte; dentro quindi Pandev, Milito ed Eto’o tutti insieme dal primo minuto. La partenza nerazzurra è a razzo; Pandev è scatenato gioca libero per tutto il fronte offensivo nerazzurro, aprendo spazi per le avanzate di Zanetti (vedi il gol del vantaggio proprio del macedone), mentre Eto’o e Milito si alternano sulle fasce e al centro dell’attacco. Al di là di un gioco d’attacco sensazionale, con le punte che seguono al meglio la formula matematica prima citata, la squadra ha dimostrato una concentrazione pazzesca, soffrendo solo il giusto visto che gli isolani hanno attaccato per poter tornare in partita; esempio di questa concentrazione pazzesca è stato J.Cesar; nel freddo milanese, un miracolo, un coniglio dal cilindro sfoderato sul tiro di Nenè, che ha mantenuto i nerazzurri sul 2-0; era il primo tiro verso lo specchio da parte dei cagliaritani. Bene Cordoba e Samuel, oltre a Davide Santon che, pian piano ritrova la sicurezza che lo aveva contraddistinto lo scorso anno.


Una domenica che lascia in dote segnali ottimi in vista della grande sfida del 24 febbraio prossimo contro il Chelsea; un’Inter che vuole proseguire questo grande momento e quale miglior modo per arrivare carichi alla sfida con i Blues se non tre altri grandi partite, gare molto complicate contro Parma, Napoli e Sampdoria, tre squadre ostiche con obiettivi e ambizioni diverse che vogliono mostrare il loro valore ai nerazzurri. A Josè Mourinho questo piace; vuole sempre alta la concentrazione, un qualcosa trasmesso prepotentmente alla squadra che non molla nemmeno un centimetro di campo agli avversari, un qualcosa che consente alle grandi squadre di raggiungere traguardi incredibili, quelli che i nerazzurri vogliono assolutamente eguagliare, forti di queste grandi qualità, che ormai sono insite nel DNA interista. Ed allora ben venga il Chelsea, banco di prova ultimo per la consacrazione totale.


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