Iodice: "Agnelli-Galliani? A Lotito fanno un baffo"
Fonte: Corriere dello Sport
Dopo l’uragano che ieri ha scosso il calcio italiano, il direttore generale dell’Ischia Pino Iodice torna a parlare di Claudio Lotito e della registrazione pubblicata ieri. Per farlo stavolta ha scelto Il Corriere dello Sport: “C’è un momento in cui bisogna dire basta: te lo ordina il proprio orgoglio. Ne abbiamo subite tante, troppe, atteggiamenti di violenza psicologica che segnano, quello che adesso si chiama stalking, un linguaggio da padrini che ferisce. Noi siamo piccoli, però abbiamo orgoglio: e se ci minacciano, se ci negano i contributi, concessi un anno fa senza che esista una carta né parametri noti, vuol dire che volete toglierci l’aria, volete soffocarci. Peggio ancora: ucciderci. Questione di soldi? No. Questione di onestà, di lealtà, di giustizia: la C è paralizzata da dicembre, da quando non è stato approvato il bilancio, perché c’è una larga fetta di società che non crede più in Macalli. E se interviene Lotito e comincia a pressarti, a dire che va sostenuto il suo programma, altrimenti non vedi un euro di quelli che ti spettano, senti bruciare l’anima”.
E ancora: “Ce n’è per tutti, nelle registrazioni. Un delirio: Nicchi è una testa di ca... E Agnelli e Galliani gli fanno un baffo. E Beretta conta zero. E il Carpi e il Frosinone che non portano soldi e che dunque Abodi non dovrebbe portarli su.... Che calcio è questo, se due club che stanno dimostrando sul campo di avere idee manageriali e capacità tecniche devono essere in qualche modo frenate? Mica si può subire passivamente ed eternamente? Hanno provato a toglierci la gioia di fare calcio, perché questi sono metodi inaccettabili. Non esistono interessi personali, ma soltanto la voglia di poter vivere in un ambiente che sia puro: non abbiamo più l’età per credere nelle favole, ma non è credibile un sistema che si regga su queste tecniche di persuasione. E’ una forma di potere che opprime e del quale bisogna liberarsi: non so cosa pensino Abodi, Nicchi, Beretta, Agnelli e Galliani ora di Lotito; né cosa possa immaginare il tifoso comune”.