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Jonathan Klinsmann, portiere figlio d'arte: "Quando decisi il ruolo mio padre Jürgen era felice"

di Christian Liotta

Jonathan Klinsmann ha scelto una strada opposta rispetto al padre Jürgen: attaccante di razza con un bel passato anche all'Inter il genitore, portiere che ora si è preso la titolarità nel Cesena di Michele Mignani, sottraendola a Matteo Pisseri, il figlio. Che alla Gazzetta dello Sport racconta come Klinsmann senior ha accolto la decisione di diventare estremo difensore: "Quando decisi di fare il portiere a 11 anni lui era felice. Per me giocare a calcio significa andare incontro a paragoni, ma da attaccante i confronti sarebbero stati molto più pesanti, ogni anno la gente sarebbe andata a vedere quanti gol facevo e quanti ne aveva fatti lui. Io questo allora non lo capivo, ma oggi penso sia stata la scelta giusta. Di base mi ha sempre sostenuto nelle scelte, anche quando al College decisi di mollare per un po’ il calcio per giocare a basket. Anzi, diceva 'Bene, così ci calmiamo un po'”.

Le piace come sta cambiando il suo ruolo?
"A volte mi verrebbe da dire di no, perché dipende da quanti rischi sei disposto a prenderti. Dico di sì perché mi sento più coinvolto nel gioco. Mi piace che i miei compagni pensino “possiamo affidarci a lui” se sono in difficoltà, poterli sollevare un po’ dalla pressione. Mi piace sentire la fiducia, l’energia nel connettere i passaggi che portano a iniziare un’azione d’attacco".


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