L'avv. D'Onofrio: "Serie A, dobbiamo prepararci ad una soluzione amministrativa"
Intervistato da Tutto Mercato Web, l'avvocato Paco D'Onofrio mostra il tuo scetticismo circa l'eventuale conclusione regolare della stagione agonistica: "Già dissi in un post agli atti, prima di Juventus-Inter, che, fatalmente, si sarebbero ammalati anche i calciatori, con conseguente quarantena per intere squadre e necessità di fermare il campionato sin d’allora. Restai inascoltato, perché quella partita, incredibilmente, fu fatta disputare, esponendo calciatori e staff a rischi già evidenti. Andrebbe individuata subito una soluzione ‘politica’ per scudetto e classifica, senza inutilmente confidare nella possibilità di giocare l’ultima parte del campionato a partire da maggio. Apprezzo molto il tentativo di Gabriele Gravina che si sta adoperando per contenere il danno sportivo e soprattutto economico che ne deriverà, ma lo stato di emergenza nel paese continuerà per altre settimane (ed aggiungo, speriamo, se davvero vogliamo sconfiggere questo virus) con lo stesso rigore restrittivo, considerando anche la drammatica, ma prevedibile, espansione del fenomeno morboso al Sud".
Una situazione che, a detta di D'Onofrio, rischia di causare problematiche a catena: "Le squadre saranno per settimane impossibilitate ad allenarsi, in quarantena per casi di conclamata positività di un tesserato o di semplice sospetto. Come si può pretendere di sottoporre gli atleti ad una corsa scudetto/salvezza di due mesi dopo tanta inattività, giocando ogni tre giorni per tutto il periodo, mettendo probabilmente a repentaglio la salute muscolare degli stessi? I calciatori che potrebbero decidere di non giocare per non rischiare infortuni che ne pregiudicherebbero la carriera. In più, si rischierebbe di creare una problematica disparità di trattamento, tra le squadre che arriverebbero a quel periodo con una discreta preparazione, per aver superato da tempo il periodo di quarantena, rispetto a quelle che rischierebbero di non avere neppure la rosa al completo, con inevitabili polemiche e, temo, ricorsi infiniti". Ma qual è la soluzione? "Credo che dovremmo prepararci e subito ad una conclusione della stagione non sportiva ma amministrativa, che certo non piace a nessuno, ma almeno consente di evitare che in prossimità, ciascuno suggerisca soluzioni solo in ragione dei propri interessi aziendali, instillando nei cittadini un ulteriore motivo di contrapposizione e scontro senza fine, quando invece ci sarà bisogno di unità, fiducia e coesione per uscire da questo drammatico momento del Paese”.