L'importanza degli specialisti del calcio di punizione
La storia del calcio ci insegna che uno dei gesti più spettacolari è senz’altro il calcio di punizione; a giro, di potenza con l’esterno o con l’intero il calcio piazzato affascina i tifosi e li fa alzare letteralmente dal seggiolino, quando esso si manifesta in tutto il suo splendore. L’importanza di avere giocatori specialisti in questo fondamentale in una squadra può essere di grossa rilevanza, perché permette alla squadra di raggiungere il pareggio o il vantaggio e portare a casa punti decisivi.
Questo quanto è successo ieri all’Inter costretta a ribaltare la gara con il Siena e, quale modo migliore di farlo con un tiro piazzato di Wesley Sneijder, autentico cecchino, che non contento di una punizione a giro a limite, realizzata nel primo tempo, serve il bis da oltre 30 metri con una bordata incredibile al 42esimo della ripresa.
E’ il quarto gol dell’olandese su calcio di punizione in maglia nerazzurra; una vera e propria garanzia di successo. Il numero dieci nerazzurro, sta raggiungendo il livello di gente come Juninho Pernambucano e Siniša Mihailović, autentici maestri del fondamentale con oltre 30 gol realizzati su palla inattiva. Tra gli italiani ricordiamo senz’altro Totti e Del Piero che in più di un’occasione ci hanno fatto male con le loro incredibili traiettorie.
Restando in casa nerazzurra Wesley si avvicina a grandi passi a Mario Corso e a Lothar Matthäus, che con le loro traiettorie facevano cambiare il vento della gara in favore dei nerazzurri, portando trofei in bacheca. Diversi nell’esecuzione, i due, ma senz’altro uguali nel risultato. Questi due fantasisti della storia dell’Inter identificavano nel loro stile di calciare il tiro da fermo, quello con cui si esprimevano in campo. Classico, compassato ed elegante quello di Mariolino Corso che inventò la “Foglia Morta”, un colpo ad effetto con il sinistro che scavalcava la barriera e ingannava il portiere. Il numero undici della Grande Inter segnò più di 20 gol con questo stile di calcio.
Destro potentissimo, autentiche palle di cannone, come sparate da Panzer tedeschi, quello di Lothar Matthäus, la potenza concentrata nel collo del suo piede. Tante furono le vittorie e i trofei che il campione tedesco regalava ai nerazzurri con le sue bordate: indimenticabile quella che diede lo scudetto numero 13 all’Inter di Trapattoni contro il Napoli.
Oppure quella bordata all’incrocio che battè l’Atalanta nella Coppa Uefa 1991, gol che regalò la semifinale contro lo Sporting Lisbona.
L’olandese sembra attingere da entrambi, come lo dimostrano le segnature di ieri sera; Foglia Morta (anche se col destro) nella prima, bordata secca la seconda. Wesley, oltre alle sue geometrie ed intuizioni, ha dalla sua l’arma delle punizioni che possono sbloccare la partita da un momento all’altro. Se il talento ex Real continuerà su questa strada e prenderà quella continuità che gente come Juninho o un Del Piero avevano negli anni precedenti, per gli avversari nerazzurri sarà difficile fronteggiare questo pericolo, oltre a quello già insormontabile chiamato Inter.