"L'Inter adesso ha solo bisogno di vincere"
Fonte: Corriere della Sera
E' arrivato il momento dell'esaltazione nei confronti dell'Inter, dopo la bella partita di ieri sera contro il Rubin Kazan. La formazione di Mourinho viene lodata da Mario Sconcerti, sulle pagine del Corriere della Sera. Ecco cos'ha scritto l'editorialista e opinionista sportivo:
L'effetto Juve si ferma al secondo ostacolo. Non era una deriva, è stato il problema di una singola squadra. L’Inter ha dato subito la sensazione di un altro film. Centrocampisti offensivi, un fantasista in mezzo a tre attaccanti. Mourinho è stato bravo a forzare il destino quasi non volesse mai correre il rischio di non aver rischiato. La paura di rimanere fuori è durata a San Siro lo spazio di qualche minuto, quello giusto per avere la conferma che l’Inter è ormai una squadra vera, realizzata, competitiva contro chiunque. Non deve più crescere, ora ha solo bisogno di vincere. La Fiorentina ha fatto anche di più. C’è tanta storia dietro la sua bandiera, ma vincere a Liverpool e dominare il girone di Champions è qualcosa che non era mai successo. È l’unica squadra italiana ad aver vinto il proprio girone. È quella meglio organizzata, che riesce a moltiplicare pani e pesci anche quando, come ieri sera, non c'è più farina. È la squadra ad aver fatto più punti in Europa dopo il Bordeaux, un risultato francamente non immaginabile. Il buono della partita dell’Inter è stata l’assenza di dubbi. Il Rubin è rimasto uno sparring partner, è sembrato anzi già sazio del suo nuovo scudetto e già con la testa in vacanza (il campionato è finito in Russia da dieci giorni, riprenderà in primavera). Mourinho ha mosso bene la squadra, ha cercato e trovato Balotelli, ha avuto sufficiente corsa e molta più fantasia degli avversari negli ultimi trenta metri. La differenza con la Juve dell’eliminazione è stata proprio negli attaccanti."
Che cosa ha fatto la differenza e soprattutto, che cosa ci aspetta ora? Il calcio in fondo è un gioco regolare, vince quasi sempre chi ha migliori attaccanti. La Juve sotto questo aspetto è scomparsa da tempo. L’Inter ha attaccanti che riescono ad inventare qualunque squadra abbiano quel giorno alle spalle. Torna così in parità anche il conto del calcio italiano. Passano tre squadre come tre sono le squadre inglesi e spagnole. Sorprende semmai l’assenza della grande Europa di provincia. A parte due squadre francesi e tedesche, restano solo il Porto, l’Olympiacos e il Cska di Mosca. Diventa evidente anche in Europa un problema di ridistribuzione della ricchezza. Non solo vincono, ma partecipano sempre al gran finale solo le squadre più ricche. Qualche indizio di novità però c’è. Lo confermano il Bordeaux, la Juve e la stessa Fiorentina. Non basta più la qualità, serve la completezza. Il Manchester vince sempre ma lo fa con due registi che a Wolfsburg, contro i campioni di Germania, giocano da stopper. E a segnare tre gol non sono né Rooney né qualcuno della sua genia. Soltanto il vecchio Owen, una geografia di ferite sulle gambe. C’è forse più sostanza e meno polvere di stelle, un ritorno all’importanza dell’organizzazione, una piccola frenata dell’individuo. In conclusione forse un nuovo inizio. Vedremo dove ci porterà e se eventualmente saprà stare dalla nostra parte.