Marani: "Inter, cinesi quasi con lo spirito di Moratti"
Matteo Marani, dagli studi di Sky Sport 24, commenta la notizia dell'esonero di Stefano Pioli: "Mi sorprende che i cinesi siano emotivi, lo dico per i tempi e per i modi. Suning ha dei meriti eccezionali, ha speso quasi 600 milioni per l'Inter più 125 per le due campagne acquisti. Ma sono le scelte che mi lasciano molto perplesso: Roberto Mancini viene mandato via l'8 agosto, arriva Frank de Boer che viene scelto da Erick Thohir. Dopo il disastro annunciato, arriva un nuovo tecnico dopo un casting: sembra più fiction sudamericana che cinese. Poi arriviamo a tre turni dalla fine con l'allenatore che viene mandato via, notizia che cancella l'arrivo di Walter Sabatini. Anche gli orari mi colpiscono: De Boer è stato esonerato di sera, oggi ci svegliamo con Sabatini che fa una conferenza nella quale non tutti fossero consci all'Inter, non è stato valutato forse come il nuovo capo. E questo mi fa riflettere su chi è lì, come fanno a stare lì senza sapere del nuovo capo arrivato con un annuncio categorico. Poi, non capisco il perché del rinnovo di Piero Ausilio: come si fa a tornare indietro con un contratto in tasca? Oltretutto, qui le condizioni sono diverse rispetto a quando era vice di Marco Branca. Vedo dai cinesi una grandissima emotività, quasi come se lo spirito di Massimo Moratti fosse passato a loro".
Ma l'addio a Pioli vale come monito per i giocatori? "No, penso sia dettato dalla delusione per i risultati non arrivati. Anche se Pioli fino alla gara con la Roma è stato il miglior tecnico dell'Inter dopo il 2010. Poi le voci su Antonio Conte e l'inizio del tracollo. Magari è servito per via dell'ipotesi di Pioli nuovo allenatore della Fiorentina, ma io credo che sia una scelta dettata da rabbia e delusione per i tanti investimenti senza risultati. Suning fa come i presidenti degli anni '70 e '80, che caccia l'allenatore quando le cose non vanno bene".