Materazzi: "Ringrazio Moratti. WM non doveva dire quelle cose. Benitez? Non può prendere in giro tutti"
Ai microfoni della Gazzetta dello Sport direttamente dall'India dove oggi esordirà da allenatore, parla Marco Materazzi a proposito della sua esperienza in India, ma anche di quello che sta succedendo in Europa e all'Inter ed è subito dalle dimissioni di Moratti che l'ex nerazzurro vuole partire: "Lo ringrazierò per sempre: mi ha permesso di vincere tutto. Detto questo, sotto la sua gestione non sono stato trattato benissimo. Era il capo e non ha fatto nulla quando il direttore dell’area tecnica, Ausilio, mi propose di fare l’allenatore in seconda degli Allievi regionali. Qualcuno non mi voleva più all’Inter". Nonostante la leggera vena polemica in merito a questo ricordo, Materazzi poi si sofferma sulle parole di Mazzarri in merito alla vicenda ("Non perdo tempo dietro alle battute di Moratti", ndr): "Io non lo avrei mai fatto. L’avrei chiamato per chiarire in privato. Non era il momento per una uscita simile. Se le cose che ho letto sono vere, da Mazzarri, visto che tra l’altro è stato portato a Milano proprio da Moratti, mi sarei aspettato molto più rispetto".
Capitolo Benitez - Ovviamente il difensore centrale campione del mondo nel 2006 non si esime dal parlare di Benitez, con cui non ha avuto di certo un buon rapporto: "Lo ringrazio perché mi ha insegnato come non bisogna comportarsi con i giocatori. Chi va in tribuna è molto più importante di chi va in campo: un allenatore non può permettersi di prendere per i fondelli le persone. Mou è stato il primo a dirmi che non ero un titolare, nonostante la stima e l’amicizia. Per lui mi sarei gettato nel fuoco. Dimenticare quei sei mesi? Impossibile. Vinciamo la Supercoppa italiana contro la Roma in una gara dove potevamo stare sotto 4 gol all’intervallo. E lui per dimostrare che non era il trionfo della squadra di Madrid, cambia tutto e prendiamo una mazzata dall’Atletico Madrid. Lui soffre quelli che hanno personalità. Chiedete a Stankovic, il migliore in campo quel giorno, chi voleva mettere al suo posto. Ve lo dico io: Mariga. Fermo da 3 mesi. E in ritiro chiesi al gruppo storico di alzare il livello della tensione, perché eravamo morti. Dissi «Litighiamo tra noi». Era la tattica di Mazzone: quando vedeva la concentrazione bassa, prendeva il primo a tiro e lo faceva nero. E gli altri alzavano le antenne. Adesso è sotto accusa a Napoli? Sono stato facile profeta. Adesso Hamsik magari capisce quello che ho passato io. Perché trattare Paolo Cannavaro in quel modo? Per far posto a Britos? Ma Cannavaro vale Britos con la differenza che al posto della pelle ha la maglia del Napoli. Come io con l’Inter".
L'Italia vista dall'India - Conclusosi il capitolo riguardante la sua storia all'Inter, Materazzi parla di come si vive il calcio italiano in India parlando anche dei recenti avvenimenti: "La Juve non meritava di perdere mercoledì sera: è stata sfortunata. Quanto alla Roma, se vai sotto 3 gol dopo 10’ contro il Bayern c’è poco da fare filosofia. Juve-Roma è stata una bella gara, purtroppo Rocchi... L’arbitro può sbagliare, ma non in quel modo. Altrimenti diventi protagonista: se uno esce dalla barriera, lo ammonisci e fai ripetere la punizione. Non ce l’ho con gli arbitri. Ho visto Rizzoli alla finale Mondiale: un fenomeno. Dopo Collina, metto lui e Webb. Antonio Conte? È il nostro tecnico migliore: può ricreare una Nazionale forte e soprattutto unita. Fa bene a non guardare in faccia nessuno sulle convocazioni. Secondo me Prandelli ha ecceduto in gratitudine nei confronti di alcuni giovani dopo l’Europeo. La verità è che nei momenti difficili è lo zoccolo duro a fare la differenza. Pirlo, Buffon, De Rossi... Se hanno detto alcune cose dopo l’eliminazione, vuol dire che il clima era sbagliato. Balotelli? Ha tutto per essere un campione, ma non ha fatto progressi. Anzi è tornato indietro. Mario è una persona educata, sensibile e ha sofferto. Ma dovrebbe andare in giro, anche in India, per capire alcune cose. Doveva prendere esempio da Ibra, da quello che faceva in allenamento. Ibra è incredibile, dà sempre il massimo e pretende il massimo da tutti. Solo così si diventa grandissimi".