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Mazzola: "La Juve offrì il doppio dell'Inter, Agnelli mi tentava così. Mou come Herrera: ecco perché lasciò"

di Daniele Alfieri

"Io avrei voluto finire la mia carriera nel Torino in ricordo di mio padre. Ma i rapporti tra me e la società non erano buoni all’epoca. Invece, la Juventus ha provato per ben tre volte a prendermi. La prima volta quando Moratti cedette l’Inter. La seconda, quando Italo Allodi era andato alla Juventus. Questa volta mi offrivano il doppio di quanto guadagnavo all’Inter, una concessionaria Fiat e un’agenzia di assicurazioni Sai. Non ce la fecero. La terza volta fu nel '77. Avevo deciso di smettere e volevo diventare amministratore delegato dell’Inter. Avevo idee per rinnovare il settore giovanile, sono andato a Barcellona a vedere come facevano loro. Ma Boniperti, che aveva giocato con mio papà, mi voleva ancora portare alla Juve. L’avvocato Agnelli sempre mi diceva: "Il suo unico errore è stato non venire da noi". Soltanto la seconda volta fui davvero tentato. L’Inter non andava bene, ma ho capito che non potevo lasciare la squadra che mi aveva dato tutto". Ricordi e parole firmate da Sandro Mazzola, bandiera della 'Grande Inter' di Helenio Herrera, intervenuto ai microfoni de ilcatenaccio.es. "Se sarebbe mai esistito uno come José Mourinho se non ci fosse stato prima il Mago? Assolutamente no. Mourinho ha preso tante cose da Herrera. E gli allenatori non guadagnerebbero quello che guadagnano oggi. Prima di lui non c’erano allenatori famosi, Herrera ha cominciato una storia. Io mi sono tesserato a Coverciano e posso dire che il 50% di quello che si insegna è quello che ha insegnato il Mago. Mi ricordo che prima di lui c’era gente che fumava dentro lo spogliatoio. Facevano il massaggio e subito dopo si entrava in campo. Poi è arrivato il Mago e ci obbligava a fare 40 minuti di riscaldamento. I veterani non ci capivano niente, si chiedevano perché non gli facesse mangiare il panettone a Natale. E invece lui aveva ragione! Quando ho visto gli allenamenti di Mourinho sono stato il primo a dire: mi sembra di vedere Herrera. Il Mago ci faceva allenare subito col pallone, lavoravamo sempre in velocità, la stessa cosa che ha fatto Mourinho qui a l’Inter". Sull'addio di Mou, Mazzola dice la sua: "La forma fa parte del personaggio. Lui ha capito che più di così non poteva fare, perché la squadra era appagata. Quando i giocatori sono sazi fanno una corsa in meno, uno scatto in meno e lui non ci sta a non vincere. Secondo me ha fatto bene ad andar via". Si parla inoltre della vendita della maggioranza del club da parte di Massimo Moratti: "Mi ha sorpreso molto questo passaggio di proprietà. Ora in Italia sarà difficilissimo riuscire a rifare quello che hanno fatto lui e suo padre".


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