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Miccichè: "Lega Serie A destrutturata. I presidenti sono tifosi e a volte si guardano male"

di Christian Liotta

Nel corso di un'intervista rilasciata al mensile Prima Comunicazione, Gaetano Miccichè, numero uno della Lega Serie A, ha sottolineato alcuni aspetti che rendono complicata la gestione dell'organismo di Via Rosellini: "Devo relazionarmi con 20 presidenti e i rispettivi ad, tutti imprenditori di successo. E sono un po' diffidenti tra loro. A volte reagiscono alle proposte di cambiamento chiedendosi prima di tutto se favorisca uno a svantaggio dell'altro. E sono tifosi: qualcuno è arrabbiato per un rigore contro, un altro perché l'allenatore sta andando male e magari si guardano male perché il collega ha comprato un giocatore che voleva lui. Se metti tutto questo in uno shaker, lo shaker esplode".

Miccichè spiega inoltre che a questa valutazione vanno aggiunti due elementi: "La singolarità di avere 20 azionisti che pesano tutti in modo uguale per il 5% pur essendo diversissimi tra loro per fatturato, obiettivi e storia. Sono sullo stesso piano chi ha vinto 30 e più scudetti, chi porta 70mila persone allo stadio e chi ha orizzonti più contenuti. E come mettere insieme chi vuole andare al ristorante a mangiare aragoste con chi cerca pane e salame. Difficile trovare un locale che accontenti entrambi. Poi, la Lega è destrutturata. Ha poco più di una trentina di dipendenti, la Liga spagnola ne ha oltre 300 e la Premier League più di 200. Questa destrutturazione ha fatto sì che la Lega diventasse un punto di incontro più che un vero soggetto in grado di assumere decisioni. In Via Rosellini ci sono professionisti eccellenti ma sono pochi: non avete idea del numero di problemi da risolvere ogni giorno". 


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