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Michele Mozzati: "Juve-Inter, nessuna gioia cancellerà il rigore di Ronaldo. Inzaghi bravo ragazzo"

di Christian Liotta

Michele Mozzati, voce del noto duo di autori Gino&Michele, racconta alla Gazzetta dello Sport l'essenza filosofica dell'essere interista: "La predisposizione alla sofferenza, non una cosa che caratterizza tutti i tifosi. Soprattutto quando la squadra non funziona, noi sentiamo il bisogno di scatenarci nell’eccesso di critica, qualcosa che evidentemente abbiamo nel Dna. Non è un caso che il tifoso nerazzurro sia una specie di intellettuale sofferente, quasi leopardiano: è il nostro approccio alla vita e a ciò che si ama della vita, ovvero l’Inter! Ma anche se per raggiungere una meta vogliamo quasi attraversare il 'dolore', quello sportivo, quando arriviamo a dei risultati, e questo per fortuna succede spesso negli ultimi tempi, ci esaltiamo forse oltre misura".

Pure in Inzaghi vede già questa profonda anima interista?
"Diciamo che è un bravo ragazzo e da questo punto di vista mi sento molto vicino a lui: un tipo tranquillo, ma non per questo arrendevole. Nello stesso tempo, però, bisogna ricordare che per allenare una squadra complicata come la nostra serve un carattere altrettanto complicato. Da noi vincono storicamente quelli tosti, spigolosi, duri, a volte durissimi: da José Mourinho a Helenio Herrera, che vado a omaggiare al cimitero San Michele di Venezia ogni volta che passo da lì. Senza dimenticare il Trap e pure Antonio Conte, due che però non definirei strettamente "interisti": piuttosto hanno interpretato l’Inter nel loro momento nel migliore dei modi".

Dimarco, Barella, Bastoni: quanto conta avere un nucleo di giocatori di provata fede interista dentro alla propria squadra?
"Le racconto un aneddoto: sono cresciuto all’oratorio, con un prete che negli anni è diventato mio amico fraterno e poi è andato in Sud America. Ovviamente era interista dalla testa ai piedi, visto che siamo partiti dalla religione. Nelle lettere che mi ha sempre scritto fino all’ultimo giorno di vita ripeteva un concetto: gli dispiaceva non avere tanti giocatori-tifosi. Adesso è bello adesso vedere questi ragazzi con la maglia dei loro sogni: è una cosa che me la fa amare ancora di più".

Come la vede Juventus-Inter?
"Non la vedo… Ho le prove generali di Zelig ed è un bene e un male: non si soffre, ma si soffre lo stesso. Almeno che non ci sia qualche televisione accesa dietro alle quinte degli Arcimboldi o quel milanista di Bisio non mi faccia qualche scherzetto, non saprò il risultato. Certo, Juve-Inter è sempre Juve-Inter, il massimo esercizio di sofferenza assieme al derby: nessuna gioia successiva, almeno per me, cancellerà il rigore non dato a Ronaldo quella volta…".


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