Milito: "Mourinho straordinario, grazie a lui ebbi la 22 all'Inter. Che rabbia per certe critiche"
Ripercorrendo quello che è stato il suo passato nerazzurro, Diego Milito, intervistato da Infobae, narra in primo luogo quella che è stata la genesi del numero 22: "L'uso di quel numero è nato per caso. L'ho adottato quando sono arrivato a Saragozza. Ho firmato l'ultimo giorno di mercato. E c'erano solo due numeri rimasti. Il 2 e il 22. Mi sono detto: 'Non mi metterò il 2 sulla schiena. Non va bene per un attaccante'. Ho afferrato il 22 e la storia è iniziata. Ho fatto molto bene il primo anno e ho proseguito negli altri tre. Quando sono tornato a Genova sono stato fortunato perché il 22 era di Marco Borriello, che era andato al Milan. Era libero e l'ho preso. È stato uno dei migliori anni della mia carriera. Da lì sono andato all'Inter: José Mourinho mi chiamò al telefono per congratularmi con me. In quel discorso mi disse: "Immagino che vorrai il 22", però sapevo che era già di Paolo Orlandoni e glielo dissi. Lui rispose: 'Tranquillo, me ne occupo io. Andò a parlare con Orlandoni e disse: 'Devo chiederti un favore e devi dire di sì. Ho bisogno di 22'. Paolo, un fenomeno, l'ha lasciato lì. Mourinho è un personaggio straordinario, la gente che lo vede da fuori ha un'immagine sbagliata di quello che è come allenatore e come persona. Lui è uno dei migliori tecnici che abbia avuto, senza dubbio".
Meglio Mourinho o Pep Guardiola? "Ovviamente ti dico Mourinho perché ho lavorato con lui, con Guardiola no. Lo ammiro come allenatore. Ma non lo conosco. Non sono stato così fortunato. Mi sarebbe piaciuto. Avevo José e so in che cosa mi ha aiutato, cosa mi ha insegnato. E l'importanza che ha avuto nella mia carriera. È stato lui a volermi e a darmi l'opportunità di giocare all'Inter per vincere tutto. Molte volte provo un po' di rabbia perché la stampa è stata un po' ingiusta con quella squadra. Non sto dicendo in Italia, perché lì siamo praticamente degli eroi. Ma altrove siamo stati attaccati e criticati per essere molto difensivi. Per me è come ricordare una sola immagine ma non vedere l'intero film: quell'Inter ha giocato con 4 attaccanti, con Sneijder, Eto'o, Pandev e io. Inoltre il brasiliano Maicon stava più avanti dei difensori. Chiamarlo difensivo mi sembra ingiusto. Molti ricordano la partita col Barcellona ma si dimenticano del contesto. E non parlano dell'andata, che è stata una partita fantastica che abbiamo vinto 3 a 1. Aver perso contro il Barcellona ed eliminarlo ci riempie di orgoglio. Ma non viene analizzato come una serie".
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