Moratti e l'sms a Zazza: "Le vittorie come una lapide"
"Arrivo dopo tutto e tutti, da buon giornalista sportivo del terzo millennio (…). Ma non posso non dedicare almeno 20 righe al presidente che ha segnato gli ultimi diciotto, vent’anni del nostro calcio dando da mangiare fin troppo bene e dandola a bere a decine di allenatori, dirigenti e giornalisti e ovviamente a centinaia di giocatori". Parole firmate da Ivan Zazzaroni, che dal proprio blog su GQ Italia, 'Zazzagol', ricorda il suo personale rapporto con il presidente dell'Inter:
"Massimo Moratti l’ho incontrato la prima volta nell’ottobre del ’94: nell’ufficio di San Pietro all’Orto mi concesse una lunga intervista per il Corriere dello sport (“La mia Inter”) nella quale mise in fila ricordi e sogni, vuoti e volti; i progetti cominciò a svelarli qualche mese più tardi.
Lo ammetto: rimasi stregato da quel signore così educato, attento, elegante, appassionato, generosissimo, curioso e scaramantico. Pose un sacco di domande. Lo divertiva che fossi bolognese e tifoso, oltre che come lui pazzo del calcio inglese, e allora la Pasqua di sangue, la finale di Roma, Herrera e Bernardini, Viani e il falso doping, Veleno Lorenzi e Schiavio, Cantona e Ince, e tutta una serie di scomodi incroci.
Nei primi anni mi fece sentire il suo giornalista preferito – poi ho capito che avevamo pensato di esserlo almeno in trenta. Mi illuse anche di avergli suggerito Simoni, Lippi e Mancini.
Proprio per colpa del Mancio il rapporto è cambiato, s’è raffreddato, anche se in seguito – la forza delle buone maniere – ha continuato a rispondere alle mie domande e agli sms.
Di Moratti e dei suoi rapporti con i tecnici e i giocatori s’è detto e scritto di tutto. Li amava ma molto spesso finiva per detestarli.
Gli avrò parlato centinaia di volte senza riuscire a capire esattamente che tipo fosse, sia, è veramente. Probabilmente esistono almeno due Moratti, quello buono, ottimista, affabile e appunto generosissimo e quello freddo, cinico, disilluso, al limite della spietatezza.
Il calcio italiano perde il suo miglior presidente. Anche per mancanza di concorrenza.
PS. L’ultimo scambio di sms è stato questo, recentissimo. Io: “In fondo lasci dopo aver vinto tutto quello che si poteva vincere”. E lui: “Una specie di lapide”".