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New Wes: benedette le critiche, Sneijder è un altro

di Fabrizio Romano

Siano benedette le critiche. Sembra strano, ma a volte è così. Critiche costruttive, sane, senza pugnalate alle spalle inventate. Per Wesley Sneijder è stato così, un campione che ha offuscato la sua stella troppe volte nei suoi ultimi due anni di Inter. Problemi fisici, qualche uscita di troppo, il percepibile senso di non sentirsi più protagonista con quella maglia addosso. Questione di entusiasmo, legato a un ambiente dove la guida tecnica del dopo José Mourinho non lo ha praticamente mai convinto.

Wesley è così, tanto forte quanto sensibile rispetto a quel che avverte attorno a sé: negli ultimi due anni è stato uno Sneijder a mezzo servizio, per non dire meno. Non era quello vero. Mai convinto, mai nel vivo dell'Inter, quasi una perla sempre attesa ma mai incisiva quanto si sarebbe voluto.

L'arrivo di Stramaccioni lo ha cambiato. "Perché con questo allenatore ci intendiamo, lui capisce benissimo i suoi giocatori. E poi adesso resto a casa la sera, preferisco non uscire o andare al ristorante", parola di Sneijder. Le critiche c'erano state, non poche. E in certi casi, anche sacrosante. Uno con la qualità di Wesley, non poteva rendere così poco. E adesso eccolo come nuovo, voglioso di spaccare il mondo con il suo destro (e anche il sinistro, ci batte i calci d'angolo...), ma soprattutto pienamente coinvolto nel progetto della società e nell'idea tattica di Strama. Benedette le critiche, benedetto Stramaccioni. Sperando che la crescita di Wesley continui, perché può dare ancora tanto di più. E chi ha il ricordo del 2010 negli occhi, lo sa bene. Sneijder è un campione che sta tornando ai suoi livelli. Quelli da numero 10.


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