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Novant'anni fa nasceva Peppino Prisco

di Alberto Casavecchia

Esattamente novant’anni fa veniva la mondo a Milano l’avvocato Giuseppe Prisco, una vita spesa a seguire l’Inter, come tifoso e vice presidente. Una vita nel segno dei colori nerazzurri e nelle invettive nei confronti del Milan, suo arcinemico giurato. Battute del tipo, “il Milan? Cos'è?”, “Da bambino avevo fatto un voto perché volevo il Milan in B. Poi l'ho perfezionato: serie C.”, o “La serie B non è nel nostro codice genetico”, sono impresse nella memoria dei tifosi nerazzurri.

Ma anche la Juventus aveva la sua parte:
“Il rigore negato alla Juventus nell'aprile del '98 non è stato assolutamente un furto. In realtà si è trattato di ricettazione”, “Inter-Juve finisce spesso con delle lamentele contro gli arbitri. Il guaio è che sono sempre le nostre”, “La sudditanza psicologica è in tutti i campi. Se il parcheggio è pieno e arriva Moggi gli dicono: ‘Prego, si accomodi!’, “Mi pare che Braschi sia molto stimato in ambito internazionale. E lui in effetti quando mancano certe squadre italiane se la cava bene”, Be', però adesso basta parlare di sudditanza arbitrale. Sapete, ho ottant'anni e non vorrei che Dio fosse bianconero.

Sono state queste le battute destinate ai bianconeri, da parte di questo grande e pittoresco personaggio del calcio italiano e della Leggenda dell’Inter.
 


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