"Ora ci tocca pure riscattare l'orgoglio nazionale"
Fonte: Gianluca Rossi - Tmw
L'unica Italia che resta in Europa si chiama Inter. Magari solo per una settimana, per questioni di calendario, ma al momento è così. Ora ci tocca pure riscattare l'orgoglio nazionale: noi, così imbottiti di stranieri! Mi dispiace di aver avuto ragione fin da agosto, quando già dicevo e scrivevo che anche quest'anno nessuna italiana avrebbe vinto la Champions. Non mi ero bevuto il cervello ma guardo un po' di calcio inglese e siamo lontani anni luce: loro corrono e si divertono, vincono e perdono senza neppure una tragedia nazionale. Da noi se si fanno due pareggi di fila, si vuol cacciare subito l'allenatore o mi chiedono già all'alba di marzo, con tutti gli obiettivi ancora da raggiungere, chi si compra sul mercato estivo. Le nostre squadre sono schiacciate da pressioni e polemiche quotidiane. In ogni Paese i media offrono quello che chiede il pubblico. In Gran Bretagna non esiste un solo quotidiano sportivo. In Italia ce ne sono tre. Questione di cultura. E' talmente evidente che spero che il mio pronostico sulle fortune italiane in Europa sia seccamente smentito proprio dall'Inter martedì prossimo che forse non sarebbe nemmeno il caso di scriverlo, ma lo faccio lo stesso. Altrimenti c'è subito chi mi contesta: sono ottimista, ma con realismo. Comunque stiamo a vedere: l'Inter è stata sorteggiata contro la squadra più forte, il Chelsea, e l'ha pure battuta, ma per uscire qualificati da Stamford Bridge, occorre la gara perfetta, come amano dire al Milan.
Amano dire però, perché ormai certe cose è diventato difficile dimostrarle sul campo. Fuori la Fiorentina, che con il Bayern ha pagato l'indegno arbitraggio del norvegese Øvrebø all'andata e fuori il Milan, maestro d'Europa, che ha beccato 7 gol in due partite dal Manchester e che a San Siro non vince una gara europea da oltre 16 mesi, esattamente dal 6 novembre 2008, Milan-Braga 1-0, gol di Ronaldinho ma l'habitat resta l'habitat! Strano che a imparzialissimo giudizio dell'umilissimo Galliani la squadra che gioca il miglior calcio d'Italia e che ha appena disputato all'Olimpico di Roma la miglior partita di tutti i tempi, finita 0-0, sia riuscita a bissare dopo soli tre giorni il suo peggior risultato europeo: 0-4 all'Old Trafford, come nel 2004 a La Coruña contro il Deportivo. Ma, per carità, guai a dire che quando il gioco si fa duro, vedi le sfide con l'Inter o con il Manchester, Leonardo mostra limiti tattici imbarazzanti, Ronaldinho evapora e Borriello non piglia una biglia. Si offendono. I nerazzurri un anno fa all'Old Trafford beccarono metà della paga da un Manchester che aveva ancora Cristiano Ronaldo, ma è risaputo che l'Inter deve vincere tutto, a cominciare dal Birra Moretti d'estate, altri giocano soprattutto per lo spettacolo e per l'amore tra i popoli.
Mi fermo qui, anche perché so già che nei prossimi giorni mi divertirò parecchio nel sentir ripetere che il Milan ha sempre puntato sul campionato che, quando lo vince l'Inter fa schifo, tranne quest'anno, naturalmente finché potranno vincerlo i cugini. In effetti, dev'essere meglio star dietro a 4 punti e aver beccato 6 gol in due partite da chi è davanti che ritrovarsi primi con un allenatore sempre incazzato, un imberbe attaccante che tifa Milan e che non si capisce se abbia la febbre o la diarrea e ora, perfino, una squadra malata di pareggite. In casa Milan l'erba del vicino non è mica più verde! E poi bisogna pensare al bilancio: e quei folli americani di Forbes poi ci vengono pure a dire che Berlusconi è più che mai stabile nella classifica degli uomini più ricchi del mondo con un patrimonio nel 2009 di 9 miliardi di dollari, due in più dello scorso anno. Ma c'è la crisi, e infatti di Moratti non v'è traccia. Intanto lo scudetto del bilancio è vinto, aspettando ovviamente quello sul campo. Allegria!