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Paolillo: "Fusione Inter-Milan? C'era un ragionamento. La Super Champions avrà una conseguenza"

di Christian Liotta

Intervistato da GazzaTalk, il podcast della Gazzetta dello Sport, l'ex ad dell'Inter Ernesto Paolillo è tornato sulla situazione societaria complicata del club nerazzurro. Ripartendo dalla famosa provocazione della fusione delle due squadre lanciata qualche anno fa: "Fu una provocazione portata da alcuni ragionamenti. La città ha un numero di abitanti in dimunizione e non ha una grande crescita economica tale da far vivere due stadi quindi non dà grandi possibilità di ricavo a due squadre. Una sola squadra avrebbe radunato maggiori risorse. Poi capisco le logiche del tifo, però c'era un ragionamento più economico che di cuore: se guardiamo al calcio come un business, questo ragionamento va fatto".

Uno stadio per due club non è un controsenso?
"Assolutamente sì. Porta un incremento di ricavi a tutte le società ma non nella stessa misura che porterebbe un singolo stadio ad un singolo club. Le suite vanno divise, intestate a nomi che cambiano ogni settimana, e quindi diventano meno fruttuose per le società. E gli abbonamenti vengono divisi".

L'Inter ha cambiato proprietà tre volte, forse ne arriverà una quarta. Come se lo spiega?
"Per quanto riguarda Suning, sono le situazioni della Cina, i cambiamenti di politica economica. La decisione di non poter investire all'estero in alcuni settori come lo sport e l'impossibilità di portare fuori capitali freschi impediscono certi investimenti possibili quando Zhang iniziò quest'avventura".

L'alternativa sarebbe stata l'autofinanziamento?
"Assolutamente sì, anche perché trovare soci che entrano in minoranza e partecipare ad un aumento di capitale senza decidere sulla politica della squadra è molto difficile".

Se dovesse arrivare un fondo, si aspetta ad un Inter stile Milan degli ultimi anni, con un progetto verde che comporterebbe la rinuncia allo stipendio di Antonio Conte o di qualche campione che mal si sposa con la necessità di far tornare i conti?
"Tutto il calcio dovrebbe ridimensionarsi sui mega stipendi della parte sportiva, che non sono in linea con le entrate delle società. Anche il Barcellona avete visto in che difficoltà si trova. Tutti dovrebbero darsi una ridimensionata ma dubito che questo avvenga se arriverà la Champions League allargata, ovvero un campionato europeo di calcio. Perché comporterà un aumento della competitività delle squadre, visto che il montepremi sarà molto alto e tutti correranno all'acquisto dei giocatori migliori, strapagandoli. Riuscire a vincere qualcosa vorrebbe dire cambiare la dignità a lungo termine dei club. Tutto questo avverrà tra tre anni, ci sarà la fine per i club che non avranno la possibilità di partecipare a questo supercampionato". 


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