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Paolillo: "La più grande dote di Moratti è la sua umanità. Kovacic giocatore talentuoso, ma finora..."

di Giuseppe Granieri

Ernesto Paollilo, ex Direttore Generale dell'Inter, si concede ai microfoni di Francesco Misciagna, direttore del blog "Quelli che l'Inter". Ne viene fuori un'intervista a colori ovviamente nerazzurri.

Dottor Paolillo, vuole parlarci del Moratti amico, del Moratti Presidente e del Moratti attuale, non più patron della sua “amata”?
"La prima grande dote di Moratti, è la sua umanità, il suo essere vicino alla gente a lui cara. E' una persona che riesce ad entrare in empatia con le persone. Molto generoso, molto buona. Questo è il Moratti uomo, amico. Il Moratti Presidente è un grandissimo appassionato di calcio, un grande intenditore. L'Inter, negli anni, l'ha costruita, plasmata lui in prima persona. Il Moratti attuale, penso che soffra molto a stare lontano dalla sua creatura. Ritengo si sia reso conto, però, che non si possono fare tutte le cose a vita. I cicli si aprono e si chiudono, anche per i grandi Presidenti".

La più grossa intuizione e il più grosso errore di Moratti Presidente dell'Inter.
"La più grande intuizione, come detto, è l'aver costruito l'Inter che ha vinto tutto. Il più grande errore è stato l'essere eccessivamente tifoso e quindi come tifoso può aver agito sempre con l'animo del supporter più che con la tranquillità e la freddezza del Presidente-Manager di Società. Si è fatto molto guidare dall'istinto e questo lo ha portato a materializzare molti acquisti fantastici, ma anche a molte delusioni. L'errore più grosso che gli attribuisco, è di non aver esercitato un ricambio generale, di giocatori e società, una volta vinto il triplete. Perchè in molti, in quel momento, avevano raggiunto il culmine della loro parabola e per di più si sono rilevati troppo esosi. Quello era il momento giusto per esercitare i grandi cambiamenti".

...d'accordo, ma ci sarebbe voluto un grosso coraggio...
"Sì, però a volte occorre farlo. Occorrono questi atti di coraggio perché i cicli, se si vogliono prolungare, finiscono ugualmente".

Lei entra nel Consiglio di Amministrazione di FC Internazionale nel 2005 con delega al Settore giovanile. Suo, quindi, il merito della crescita della “Cantera” Nerazzurra. Che effetto le fa vedere nostri prodotti come Destro, Bonucci, Balotelli e molti altri, affermati con altre maglie?
"Soffro immensamente. Quello che è mancato all'Inter una volta realizzata la “Cantera”, una volta fatta diventare la “Scuola Inter” una grande scuola di primo livello, lo dimostrano tutti i giocatori venuti fuori, è mancato, dicevo, il passaggio, il legame, come avviene nel Barcellona, fra il settore giovanile e la prima squadra. In questi ultimi anni si sono affermati, in forma stabile, solamente in due: Balotelli e Santon. Con grande merito, ancora una volta, di Mourinho che ha avuto  il coraggio di lanciarli. Se fossero stati proiettati tra i grandi anche altri ragazzi, avrebbero reso molto di più di molti giocatori acquisti.

A proposito di giovani, un suo pensiero su Kovacic.
"E' un giocatore talentuoso, bravo. Non sono ancora convito che gli abbiano trovato il ruolo a lui più consono e i compagni giusti per mettergli al suo fianco. Certamente non per colpa di Mancini. Poveraccio, appena arrivato ha trovato la squadra che ha trovato. L'unica cosa che ha potuto fare al suo arrivo, è stato un lavoro di assemblaggio dei giocatori esistenti in rosa. Auguro per Mancini e per l'Inter che la prossima squadra sia costruita ruolo per ruolo e non impostata sull'adeguare i giocatori ai vari ruoli".

Continua a leggere l'intervista qui: http://www.quellichelinter.it/2015/06/ernesto-paolillo-in-esclusiva-per.html

 

 


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