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Paolillo sul FPF: "Grande incompiuto. Caos Juve? Un equivoco che si chiarirà"

di Christian Liotta
Nel corso dell'intervista rilasciata a La Repubblica, Ernesto Paolillo ha anche parlato ampiamente del tema del Financial Fair Play, del quale lui fu uno dei principali sostenitori e relativamente al quale, dopo oltre dieci anni, traccia un bilancio sostanzialmente negativo: "Non è stato sufficiente a raggiungere gli obiettivi che si era posto. Ha ridotto i debiti fra un club e l'altro, evitando fallimenti a catena. Ma altri benefici non se ne sono visti, soprattutto in termini di competitività. Col senno di poi resta un grande incompiuto. Il sistema sanzionatorio per chi sgarra è insufficiente. E sono state permesse troppe elusioni delle norme sul pareggio di bilancio, soprattutto con il ricorso smodato alle plusvalenze".

E il discorso, qui, cade sull'inchiesta della Procura di Torino che coinvolge la Juventus: "Io non credo che volontariamente i dirigenti bianconeri abbiamo cercato di infrangere le regole. Non ne avevano bisogno, avendo alle spalle una grande proprietà. E trattandosi di una società quotata, i manager non potevano essere così sprovveduti da pensare di dribblare gli obblighi di trasparenza. Credo e spero che l'inchiesta chiarirà che si è trattato di un grande equivoco. E che gli indagati lo potranno dimostrare. Intanto, le regole europee sul player trading e sulla gestione dei club vanno modificate. Come? Bisogna rendere più stretti i controlli e più certe le sanzioni. È urgente contenere lo strapotere dei procuratori. E bisogna tutelare chi compra società calcistiche. Oggi chi acquista un club quasi sempre compra soprattutto debiti. Dovendo intervenire per ripianarli, non può fare investimenti, per via dei paletti di spesa esistenti. Bisognerebbe permettere ai nuovi proprietari di spendere per la squadra e per progetti a lungo termine come stadi e centri sportivi". Chiosa sulla questione dei fondi sovrani: "Loro delle sanzioni si curano relativamente. Non penso che l'Arabia Saudita si accontenterà del Newcastle. Punteranno presto a club di maggior blasone. Per il bene della competitività dovranno essere messi limiti alla spesa sportiva. Bisogna porre un freno agli aumenti di capitale a dismisura. E per chi sgarra, certificando ricavi fittizi o inventando sponsorizzazioni fantasiose, servono penalizzazioni anche sul piano sportivo".
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