Pazzini: "Thuram può lasciare il segno, Lautaro nella Top 5 mondiale. Derby, decisivi i duelli"
In vista del derby di Milano, in programma sabato prossimo, DAZN ha chiaccchierato con uno dei tanti doppi ex che nella loro carriera hanno avuto modo di indossare entrambe le maglie delle milanesi: Giampaolo Pazzini. E il Pazzo ha provato a interpretare la stracittadina che sta per arrivare.
Entrambe a punteggio pieno dopo tre turni: i 9 punti conquistati sono già un segnale per il campionato?
“Direi di sì, il messaggio forte alla Serie A è arrivato. Si vede chiaramente che Inter e Milan abbiano questa grande voglia di riscattare una stagione, quella scorsa, vissuta all’ombra di un super Napoli. Mi hanno colpito, in particolare, due aspetti: gli zero gol subiti dall’Inter e la prova di forza del Milan in casa della Roma. Entrambe saranno assolute protagoniste fino alla fine”.
Giroud in dubbio, ma potrebbe farcela: in questi casi, quali sono le riflessioni sull’eventuale utilizzo?
“La stagione è appena iniziata e sarà ricchissima di impegni: se ci fosse il pericolo di una ricaduta, Pioli lo farebbe comunque giocare? Personalmente, eviterei qualsiasi rischio. Magari, potrebbe partire dalla panchina. Se non ci fossero problemi, allora il Milan avrebbe a disposizione il solito uomo in più: uno in grado di fare giocare bene i compagni e che ha segnato già quattro gol. Uno fortissimo anche tatticamente. Cose che sappiamo da tempo. Ora dobbiamo solo attendere novità sul suo recupero”.
Davanti Inzaghi ha perso due grandi giocatori, così il reparto si è rinnovato: il tuo giudizio?
“Tempo al tempo, è presto per sbilanciarsi. Fare a meno di Romelu e, soprattutto, Dzeko non sarà semplice: il primo è stato decisivo nella parte finale della stagione, il secondo non ha mai deluso. Per sopperire a queste due partenze tutti gli altri, e mi riferisco a Thuram, Arnautovic e Sanchez, dovranno dividersi i gol di chi non c’è più”.
A proposito di Thuram: l’impatto è stato positivo.
“Si è sbloccato anche con la Nazionale francese, il momento è favorevole. Forse in qualche occasione non è stato lucidissimo davanti alla porta e avrebbe potuto segnare qualche gol in più, ma il ‘materiale’ c’è: si muove bene, si mette a disposizione della squadra, è capace di sacrificarsi e fa le cose semplici. Ho fiducia che possa lasciare il segno”.
Sul mercato entrambe hanno cambiato molto: cosa ti ha convinto e quale aspetto ti lascia dei dubbi?
“Hanno lavorato bene, con intelligenza. Hanno saputo vendere in un certo modo, operando in entrata con strategie diverse. L’Inter ha inserito uomini importanti e anche giovani, vedi Pavard per Skriniar, il Milan ha sfruttato la cessione di Tonali per allungare la rosa e avere una panchina più lunga e forte. Questo era il primo obiettivo”.
Oggi Lautaro va considerato come uno dei cinque attaccanti più forti al mondo o gli manca ancora qualcosa?
“Assolutamente sì, zero dubbi. E sa qual è stato lo step decisivo? In passato, quando non segnava, tendeva a ‘sparire’ dalla partita. Da un anno e mezzo è fondamentale anche quando non fa gol grazie a un atteggiamento perfetto. È nel pieno della maturità calcistica e indossa la fascia da capitano: come potremmo non considerarlo un top assoluto?”.
L’aspetto che farà la differenza sabato?
“Parlerei di reparto. E vado sul centrocampo: Mkhitaryan-Loftus-Cheek, Barella-Reijnders, sulle fasce la solita sfida Dumfries-Hernandez… I duelli lì in mezzo saranno decisivi”.