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Pedullà: "Inter-Juve: troppe parole, ora si gioca"

di Guglielmo Cannavale
Fonte: Datasport.it

Alfredo Pedullà se la prende con chi ha fatto dichiarazioni infuocate prima della partita di stasera: "Certe volte bisognerebbe multare i dirigenti quando parlano a vanvera. E poi se la prendono con i teppisti. I dirigenti di Inter e Juventus, alla vigilia del derby d’Italia, hanno parlato a vanvera. Hanno esagerato con Calciopoli, con gli scudetti dati e non restituiti, con gli scudetti negati, con gli scudetti immeritati. Mi fermo qui, non mi schiero, sono super partes, ma ho trovato sgradevole il clima. Il primo ad uscire a vuoto, come spesso gli succede, è stato Ernesto Paolillo. Ogni tanto esterna e non si rende conto dei danni che produce. Non capisce che la parole sono come una fionda: se prendi bene la mira, ma anche se non la prendi, puoi fare male a qualcuno. Né il comunicato di Andrea Agnelli, con chiare allusioni, ha contribuito a rasserenare. Da dieci anni, anzi da venti o da trenta, diciamo e dicono che i dirigenti dovrebbero dare il buon esempio. Eppure, in qualche caso l’esempio è pessimo. Purtroppo".

Poi però vuole lasciare spazio a quello che dirà il campo: "Stasera, per fortuna, rotola il pallone. E non c’è migliore rivalità di quella che comprende una diagonale ben fatta, un contropiede micidiale, una giocata sopraffina. Inter-Juve va gustata così: cercando di capire come e se Delneri aggiusterà la difesa, come e se limiterà quel mostro di Eto’o, come e se raddoppierà su Milito, come e se studierà una trappola per Sneijder. Inter-Juve va gustata così: cercando di capire come e se Krasic, sulla fascia di Chivu, è davvero in grado di fare la differenza. Senza dimenticare che questa, per la Juve, potrebbe essere una partita-svolta: dovesse superare l’esame, strappando il risultato ma anche non imbarcando acqua, si metterebbe alle spalle il primo periodo nero della stagione. Apprendistato e qualche ceffone, poi risalita e buone prestazioni (Udinese, Cagliari, Manchester City). Fermare l’Inter sarebbe come quel diciottenne di una volta che, all’esame decisivo, si sentiva sussurrare dall’esaminatore “accosti, va bene così. Era il segnale di una svolta: dal foglio rosa alla patente in tasca. E sarebbe il modo migliore per pensare da Juve, archiviando il mercato difficile, le cessioni complicate, il budget che a un certo punto è finito. La Juve ha bisogno di un’ottima partita, magari di un ottimo risultato, a San Siro. Esattamente come l’Inter ha urgenza di ripristinare un concetto: i più forti siamo noi. Il derby d’Italia delle parole, stucchevole e inutile, lasciamolo in soffitta. E certi dirigenti non chiedano esempi illuminanti, se non sanno darli".


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