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Pinamonti: "All'Inter ho rubato con gli occhi a Lukaku, Lautaro e Sanchez"

di Christian Liotta

Un mini-diario di cinque anni dove appuntare in poche righe i pensieri più importanti. Questo è quello che ha fatto Andrea Pinamonti, attaccante di scuola Inter nell'ultima stagione ad Empoli, per il sito Cronache di Spogliatoio. Tra i suoi ricordi salvati nelle note, quello legato al primo confronto con Mino Raiola: "Il colloquio calcistico che non dimenticherò mai è il primo avuto con Mino. Mi rimarrà impresso per sempre. Quando ho scelto di cambiare agente, lui mi aveva contattato per una chiacchierata. Ci trovammo in un ristorante a Milano, c’erano anche i miei genitori. Bastò un’ora per cambiare la mia visione del calcio, la mia ottica era stata rivoluzionata. Ho impresse tutte le parole. Finita la cena dissi ai miei: 'Voglio firmare per lui, è il numero uno'. Poche parole, a volte con modi crudi, tanto che all’inizio i miei mi guardavano come a dire: 'Ma sei davvero sicuro?'. Più passavano i minuti, più anche loro si convincevano. Non aveva peli sulla lingua, ti stravolge tutto. Quando non giocavo a Frosinone, mi chiamava per dirmi di stare sereno. Era diretto e ti motivava con orgoglio e stimoli".

Un pensiero anche sulla sua stagione in Toscana, particolarmente positiva: "Dovrò ringraziarli eternamente per aver insistito nel volermi con loro. Il direttore Pietro Accardi, a fine chiacchierata, mi disse: 'Adesso devi decidere tu, ma fammelo sapere entro oggi. La deadline è a mezzanotte'. Gli ho scritto che avrei accettato 10 minuti prima della scadenza, alle 23:50, e non avrei potuto fare scelta migliore. Non che non fossi convinto, dopo le ultime dovevo scegliere bene. Non potevo sbagliare. E non potevo scegliere in modo migliore. Ho vissuto un annata da protagonista, punto di riferimento all’interno di un progetto. Lavorano bene, vogliono bene ai ragazzi, alle giovanili e alla femminile. Ti confronti con persone alla mano, vivi con serenità giorno dopo giorno. Ero rimasto all’Inter consapevole di non giocare, ma è stata una stagione produttiva perché ho imparato tanto. Solo all’inizio avevo paura di aver preso una decisione errata. Mi serviva venire a Empoli: è un posto che consiglierei a tutti. In nerazzurro ho fatto a sportellate con difensori fortissimi in allenamento e rubato con gli occhi a Lukaku, Lautaro e Sánchez".


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