Prandelli: "Uno sport senza pubblico è difficile da descrivere, bisognerebbe correggere qualcosa"
L'ex Ct della Nazionale, Cesare Prandelli ha parlato della ripartenza della stagione calcistica ai microfoni di TMW Radio, rivelando quelli che sono stati i timori in relazione ad un possibile stop definitivo della Serie A, ritenendo la decisione virata come la più corretta. "Giusto che sia ripreso tutto perché quando ricominciano le partite le persone possono mettere da parte i problemi. Abbiamo vissuto mesi difficili ed è difficile davanti a certi numeri pensare allo sport che è sinonimo di gioia e aggregazione”.
C’è stato un momento in cui ha pensato “non si riparte”?
“Assolutamente sì, ma credo lo abbiano pensato tutti. La priorità è la salute e lo sport passa in secondo piano. Fortunatamente sembra che le cose siano sotto controllo e i giocatori hanno un protocollo rigido. Uno sport senza pubblico è qualcosa di difficile da descrivere. Bisognerebbe correggere qualcosa, magari mettendo dei cori dei tifosi perché visto in tv sembra tutto molto asettico”.
Come le sono sembrate le prime partite post lockdown?
“Non avendo uno storico, le squadre hanno fatto preparazioni diverse. Leggendo i numeri non è un ritmo così basso, il problema è che molte squadre si giocano tanto ogni partita e diventa una sfida continua. E’ un campionato interessante ma molto dispendioso e giustamente hanno proposto i 5 cambi per gli allenatori: così si può realmente cambiare il volto delle partite”.