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Pres. San Marino: "Sensi diverso da Verratti, meglio di Xavi alla sua età. L'Inter voleva Diawara, però poi..."

di Redazione FcInterNews.it

Il presidente del San Marino Luca Mancini ai microfoni di CalcioMercato.com ha parlato di Stefano Sensi e di Amadou Diawara, scoperti da lui per poi essere lanciato nel calcio professionistico.

Hanno due storie diverse, partiamo da Sensi.
“Stefano l’ho avuto al Cesena, quando ero direttore generale. Lì ha giocato tre anni in Primavera, poi l’ho portato io a San Marino nel 2013. Secondi gli osservatori era troppo basso. E Verratti allora? E Pizarro? In Lega Pro ha giocato due anni e nessuno l’ha visto”.

È il nuovo Verratti?
“No, è diverso da Verratti. È un play basso, può fare anche il trequartista. Abbiamo avuto un allenatore spagnolo, Fernando De Argila, che dice è più forte di Xavi alla sua età. Da noi era talmente bravo che lo vedeva anche un cieco. Come hanno fatto gli osservatori a non accorgersene? Dov’erano? È passato sotto al naso a tutti, già in Primavera a Cesena si vedeva che fosse di un altro livello. È stato merito di Drago, che l’ha visto in allenamento e ha deciso di puntarci. In una categoria più alta può fare anche meglio, perché gli danno meno calci e ci sono più spazi per giocare. È da Serie A”. 

Diawara invece è arrivato in modo diverso.
“Sì, lui l’abbiamo preso in un provino in Guinea. Arrivò nel maggio del 2014. Ora abbiamo altri tre ragazzi dalla Guinea e siamo andati anche in Cile. Ha esordito nel febbraio 2015, all’inizio era extracomunitario, ora ha il passaporto italiano. Me lo sentivo che sarebbe diventato così, in allenamento era straordinario. È anche un bravissimo ragazzo, è rimasto legato a noi. Pensate che pochi giorni fa è venuto allo stadio per la partita col Parma”.

È vero che Juve e Inter l’hanno cercato quando era al San Marino? 
“Sì, è vero. La Juve è stata una settimana con me. Però hanno detto che non era pronto. Con l’Inter c’era un accordo, ma non hanno potuto prenderlo per il Fair Play Finanziario”. 

E poi è arrivato il Bologna…
“Corvino veniva qui a vedere gli allenamenti di nascosto, è stato l’unico a crederci davvero”. 

Che giocatore ricorda?
“Sicuramente si avvicina a Yaya Tourè come caratteristiche. È un giocatore da Premier, ha intelligenza tattica soprattutto in fase difensiva. Non mi stupisce che sia titolare in Serie A, non ci ha puntato solo Delio Rossi, ma anche Donadoni. Due allenatori diversi hanno creduto e credono in lui, questo vuol dire molto”. 


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