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Preziosi: "Juve-Napoli spot mortale per il nostro calcio. Ieri ho segnato il gol dell'1-0 all'Inter: era un sogno"

di Stefano Bertocchi

"Juve-Napoli è stato uno spot mortale per il nostro calcio. Ha minato alcune certezze, aprendo una voragine nella quale siamo sprofondati tutti e dalla quale non sarà facile risalire". Lo dice Enrico Preziosi, presidente del Genoa dei ventidue positivi, che ai microfoni del Corriere dello Sport scherza su come allentare la tensioni: "Ieri notte ho giocato io e ho segnato il gol dell’1-0 all’Inter, la nostra prossima in casa".  

Lei mi prende in giro.  
"Parola d’onore. Una conclusione di piatto, ero a due passi dalla porta, e quando stavo per ricevere l’abbraccio dei compagni e godermi la classifica, mi sono svegliato e ho capito che si trattava di un sogno. Un risveglio brutale, caro mio. Noi presidenti siamo stati dei bambini che volevano fare i calciatori. Sogni del genere li facevo spesso nelle stagioni di Gasperini, dopo una vittoria. Lei, Zazzaroni, vive per giocare o gioca per vivere? È alla Marzullo, ma mi risponda".  

Lei è stato molto critico nei confronti di De Laurentiis.  
"Un momento. Lunedì scorso la sua amica Selvaggia (Lucarelli, ndr) mi ha fatto un’intervista a Radio Capital dove ho detto che bisognava capire se l’intervento dell’Asl fosse stato richiesto da qualcuno del Napoli oppure no. Mi rendo conto che le titolazioni devono essere sempre un po’ forti e pruriginose, ma insomma... Il fatto in sé non mi riguarda, peraltro, è materia della procura federale. Resta inteso che mai mi sognerei di far intervenire l’Asl. Da quello che mi raccontano e si sente dire, il Napoli rischia una penalizzazione".  

Dice? 
"Più che un rischio, è una certezza. Il regolamento tuttavia non va, deve essere rivisto, non ci sono santi".  

Sì, ma come?  
"Non lo so. Io spero soltanto che il campionato prosegua e che il suo valore sportivo non risulti danneggiato. Quando affermo che Juve-Napoli è stato uno spot mortale per il calcio italiano ho le mie buone, anzi ottime ragioni. Siamo in una fase caldissima della discussione sul futuro del nostro sport e non avevamo certamente bisogno di un incidente simile. Noi presidenti stiamo lavorando per garantire la continuità e la sostenibilità del sistema".  
 
Ne è proprio convinto?  
"Straconvinto. Martedì apriremo a un fondo, questo glielo assicuro. La priorità resta la salute degli atleti, ma gli atleti per potersi esprimere hanno bisogno dei campionati e delle coppe. Dell’attività. Sento troppe voci nemiche, leggo interventi indecenti, c’è addirittura chi punta alla sospensione del torneo. Ma quale sospensione? Commenti rozzi, quasi sadici, moralmente al limite. Siamo un’industria che ha subìto contraccolpi finanziari pesantissimi e che non potrà contare a lungo sui ricavi della biglietteria, sugli abbonamenti e sul sostegno di molti sponsor. L’Inter perde tra i 2 e i 3 milioni ad ogni partita interna senza pubblico. Noi dieci, dodici in un anno. Ha letto i bilanci della Roma? E quelli del Milan, oggi (ieri, nda)? Pensa che l’Inter e la Juve se la passino meglio? Le sofferenze sono pesanti, diffuse e in gran parte giustificate. Il covid ha dato l’ultimo colpo a un mondo in difficoltà. Infantino ha quantificato in oltre 4 miliardi le perdite del calcio europeo, il guaio è che non sappiamo quando si tornerà alla normalità. Posso aggiungere un’altra cosa? Ci tengo, è importante".  

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