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Razzismo, Uva: "Stadi chiusi? Le regole ci sono e bisogna applicarle"

di Stefano Bertocchi
Fonte: TMW

"Lo sto ripetendo da mesi, non è l'atto di Balotelli a dover scuotere gli animi, posso parlare a nome della UEFA, che ha regole strette che vanno rispettate e applicate. Sospese le partite e poi tutti gli step. La stupidità delle persone è sempre da combattere e noi queste persone non le vogliamo negli, passiamo dalle regole ai fatti". Ospite dell'evento "Sport & Business Summit" nella sede de Il Sole 24 Ore, il vicepresidente dell'UEFA Michele Uva ha toccato anche il delicato tema del razzismo, tornato d'attualità dopo i fatti di Verona-Brescia.

Ci vorrebbe più coraggio da parte della terna arbitrale?
"La terna arbitrale è una parte del sistema, serve più coraggio da parte di tutti nell'applicare le regole e far capire a queste persone che non sono gradite negli stadi".

Le società a volte minimizzano questi episodi.
"È un fatto grave, oggi una società può decidere se dare o revocare l'abbonamento, ma pochissime società lo hanno applicato".

A livello culturale in Italia sembra esserci un problema razzismo, non solo nello sport.
"È un problema generale, non solo italiano. I casi inglesi lo dimostrano. In tutte le nazioni sono delle regole, in Inghilterra stanno prendendo la cosa molto seriamente, in Germania lo hanno fatto, dobbiamo far sì che lo stadio diventi un luogo di divertimento".

All'estero forse c'è più determinazione?
"C'è determinazione, sì. Questa cultura non si materializza solo negli stadi, ma anche nella politica, quando qualcuno crea una barriera tra le persone".

C'è la concreta possibilità di chiudere gli stadi?
"Rispetto delle regole, ci sono e bisogna applicarle. Avete visto quello che è successo in Bulgaria, in una gara UEFA".


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