Referendum su San Siro, la burocrazia blocca tutto. A Palazzo Marino domina il nervosismo
Fonte: Calcioefinanza.it
La questione San Siro e il duello tra Comune, Inter e Milan continuano a tenere banco, e la situazione attuale vede una fase di pieno stallo. I rossoneri hanno messo il turbo sul piano San Donato e i nerazzurri sull’opzione Rozzano, ma allo stesso tempo non hanno chiuso quantomeno ufficialmente le porte al piano A di un impianto a Milano nella zona dell'attuale Giuseppe Meazza; ora la palla – scrive La Repubblica – è di nuovo nelle mani nel Comune. "A Palazzo Marino non sono pochi coloro che hanno perso la pazienza e hanno la tentazione di chiudere la porta. La formula è semplice: con l’arrivo del vincolo è cambiato tutto e la procedura apparecchiata fino ad ora non sta più in piedi. Ma ancora si lavora per capire come tentare l’ardua missione di far restare almeno una delle due squadre nell’orbita del Meazza".
L’auspicio del Partito Democratico, spiegato anche dal capogruppo Filippo Barberis, è che le squadre costruiscano un nuovo impianto per le partite ma nel progetto di riqualificazione del quartiere inseriscano anche una rifunzionalizzazione del vecchio. "Missione impossibile, per come stanno andando ora le cose. Intanto, l’Inter nell’ultima lettera inviata al Comune chiede di accelerare sul quel referendum che i Comitati hanno chiesto proprio per affossare il progetto del nuovo stadio. Un paradosso con logica: se la città si esprimesse per la costruzione di una nuova arena, i club avrebbero in mano uno strumento politico per fare “pressing” sulla Sovrintendenza affinché smussi le sue posizioni. Detto ciò, per far ripartire la macchina referendaria serve un bando che rimpiazzi il membro del collegio dei Garanti che ha dato le dimissioni. Diversamente è tutto fermo", si legge. Insomma, il solito nodo burocratico che complica ulteriormente una faccenda già fin troppo intricata.