Rizzoli: "Il tempo effettivo è un'utopia. Il VAR? La polemica nel calcio ci sarà sempre"
Lunga intervista concessa da Nicola Rizzoli, ex designatore della Serie A e ora responsabile del dipartimento arbitrale CONCACAF, ai microfoni di Sky Sport: "Abbiamo appena finito la Gold Cup, che qui sono gli Europei. Stiamo lanciando molti giovani in funzione del Mondiale che si disputerà a breve negli Stati Uniti. È un'esperienza molto bella e difficile perché non è solo una questione tecnica, ma anche di progettazione, sviluppo e molto manageriale. Un bella challenge e agli arbitri le challenge piacciono molto", le parole raccolte da TMW.
Si parla tanto della possibilità di inserire il tempo effettivo nel calcio.
"Rimarrà utopia per me perché va a interrompere dinamiche di gioco in cui una squadra può mettere in difficoltà un'altra. Avere quei 10 minuti in cui puoi mettere gli altri in difficoltà... È l'obiettivo del calcio far sì che l'altro sbagli per segnare un gol. Cambierebbe tanto, il concetto e la vedo difficile. Molto più corretto sarebbe calcolare il recupero in maniera adeguata e far sì che tutte le partite abbiano lo stesso minutaggio".
Il VAR esiste da tempo, ma le polemiche proseguono.
"La polemica ci sarà sempre, non si può giudicare il VAR da quello. La polemica fa parte del calcio, così come l'errore umano, per quanto una macchina sia tecnologica si può sempre andare fuori pista, ci vanno anche quelle di Formula 1... Quando ho cominciato ad arbitrare, tutto il mondo poteva rivedere le immagini e l'unico che non poteva rivederle era l'arbitro, quindi l'idea è stata: diamo all'arbitro la possibilità di poter correggere l'errore. Quello che fa polemica e che lo farà sempre è il metodo di utilizzo, che è il lato umano. All'inizio io chiesi ad Irrati, visto che ero andato all'estero e che in Italia avevamo cominciato già ad usare il VAR perché lo introducemmo prima rispetto alla UEFA, com'era tornare ad arbitrare senza VAR. Mi rispose dicendo: 'È come andare in una città che non conosci ed avere ancora lo StarTAC invece che lo smartphone. È diverso, quindi è uno di quegli step tecnologici da cui non si torna indietro".
L'Italia continua ad avere un grosso peso negli incarichi arbitrali.
"Il contributo di Collina alla FIFA è enorme, anche nello studio del regolamento, Rosetti ha seguito le orme di Collina alla UEFA, io sono stato mandato in CONCACAF che è di là dall'Oceano. Il contributo è importante, ma ne abbiamo altri anche in altre federazioni europee. La qualità degli arbitri italiani è importante".
C'è ancora qualcuno che crede nella malafede?
"Non lo so, probabilmente sì. Ci sono persone che sono convinte che l'arbitro possa condizionare una partita, ma in realtà non è così. Un errore può condizionarla, non l'arbitro. Il direttore di gara ha come obiettivo far sempre del proprio massimo, se oggi fa bene, domani vuole fare ancora meglio".