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Rocchi: "Non sono soddisfatto degli arbitraggi dell'ultima giornata. Mancanza di uniformità? Siamo umani"

di Mattia Zangari

"Se sono soddisfatto degli arbitraggi dell'ultima giornata di Serie A? No". E' laconica la risposta data, durante la presentazione della seconda edizione del Codice di Giustizia Sportiva FIGC, dal designatore Gianluca Rocchi, a proposito del rendimento della squadra arbitrale nel settimo turno del campionato. 

"Mancanza di uniformità? La formazione è fondamentale, specialmente in un gruppo - le parole di Rocchi riportate da TMW  -. Noi siamo 46 arbitri: o metto un chip dentro ciascuno di loro, oppure ognuno ha una testa pensante e una sua filosofia. L'obiettivo è avere una linea comune: possono essere liberi di rappresentare il proprio pensiero, ma se prendiamo una decisione va seguita tutti insieme. L'ideale sarebbe avere omogeneità al 100%, ma è praticamente impossibile: si tratta di essere umani. Anche con una norma scritta benissimo, resta a chi giudica la possibilità di interpretazione".

A proposito della specializzazione dei varisti, Rocchi ha aggiunto: "La nostra idea sarebbe di avere operatori al VAR solo di ruolo, ci siamo accorti che hanno una filosofia un po' diversa. La separazione è fondamentale, se si lavora su un gruppo piccolo le interpretazioni sono più comuni che su un gruppo grande. Anche se molto criticati, i nostri VAR sono molto apprezzati e riceviamo ogni settimana offerte dall'estero. Ne mandiamo pochi perché siamo pochi, dispiace aver perso Irrati e Valeri, ma dimostra la bontà del lavoro fatto".

Infine, una considerazione sul VAR a chiamata: "L'esperimento che è stato fatto esclude la coesistenza tra la chiamata della squadra e dell'arbitro. Però stiamo parlando di un torneo dove le camere erano pochissime. In caso di tornei molto più coperti da questo punto di vista potremmo avere la doppia soluzione".


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