Rocchi: "Var a chiamata una possibilità, deresponsabilizzerebbe chi è in sala"
A Radio Anch'io Lo Sport, questa mattina, è intervenuto il nuovo coordinatore della comunicazione AIA, Gianluca Rocchi. "Per me è una responsabilità e un piacere - dice -. Il compito principale dell'arbitro è tutelare la salute dei calciatori, essendo molto severi da questo punto di vista. Tantissimi interventi possono portare a rischio d'infortunio. E' un campionato molto bello, forse mai è stato così interessante e per gli arbitri sarà ancora più complicato. In campo, quando c'era competitività, si aveva lo stimolo per fare ancora meglio".
Argomento centrale in questo lunedì è la direzione di Maresca in Roma-Sassuolo, contestata dai giallorossi. "La partita di Roma, al di là di un episodio, è stata una gara in cui ci sono state molte decisioni corrette dell'arbitro - afferma Rocchi -. E' che spesso ci si focalizza su quella sbagliata. Ieri la giornata è stata positiva, con molte scelte corrette. Come vale per un calciatore, per cui se un centravanti sbaglia una rete è un brocco. Se un arbitro sbaglia una decisione è considerato scarso. Una volta che c'è l'errore le finalità sono due: non sbagliarla più e capire perché l'ha sbagliata".
Capitolo Var. "Nel discorso del Var è importante l'obiettivo che ci si pone - continua Rocchi -. Se si pensa che azzera l'errore è un fallimento. Non è quello che si cercava. Se invece l'obiettivo è ridurre drasticamente l'errore, correggere quasi totalmente i gol nati in fuorigioco o da errore arbitrale, il successo è straordinario. Il Var a chiamata potrebbe essere una soluzione. Deresponsabilizzerebbe il Var, che è da solo nella sala con un assistente e due tecnici. Se questa responsabilità fosse trasferita a un delegato la possibilità di andare al monitor sarebbe più facilitata. Le uove regole? Il cambio delle regole è sempre un momento di difficoltà per l'arbitro. Più ce ne sono e più rischi di adattamento ci sono. I cambi di tre anni fa sono stati molto logici e hanno semplificato il lavoro dell'arbitro, ma la continua modifiche delle regole stesse può portare a una fatica in più. In generale quest'anno mi pare che gli arbitri stiano facendo bene".
Rocchi ha parlato anche della possibilità di far parlare gli arbitri a fine gara, nonché dell'opportunità di prolungare le carriere oltre i 45 anni oggi stabiliti. "Non credo gli arbitri siano contro la possibilità di parlare a fine partita. Il problema è capire se rilasciare una dichiarazione può servire per spiegare e non che si crei un'ulteriore polemica. Io posso dirlo che si è commesso un errore ma voglio poter spiegare perché. L'età? Si potrebbe allungare ma dove ci sono delle regole bisogna rispettare. Io ho ricevuto una deroga ulteriore e sono arrivato quasi a 47. Il problema non deve essere di chi lascia, ma di chi arriva. Serve un ricambio importante provando più giovani possibili come si sta facendo ora. Chiaramente anche gli arbitri giovani hanno bisogno di sbagliare per migliorare. Anch'io all'inizio ho commesso errori anche grossi".
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