Rossi sconsolato: "L'Inter è sfinita"
Fonte: Gianluca Rossi
Inter-Schalke 2-5. Fa ridere solo a leggerlo, se non fosse che è proprio vero. Disastrosamente vero. Perché solo l'Inter è capace in soli quattro giorni e in sole due partite di smentire se stessa e tutti i soloni che ne cianciavano, soprattutto nel bene, prima del derby. Tre giorni fa Inter in rimonta, pronta per il derby-sorpasso e perlomeno per la semifinale di Champions con Leonardo incredibile motivatore e allenatore da record. Ora squadra da buttar via e Leo pericoloso incapace. Non c'è che dire, il calcio resta affascinante, anche per questo: quelli che avevano brindato all'addio di Benitez ora lo rivorrebbero in panchina, senza manco accorgersi che stata la squadra a fare tutto, o quasi, nel bene o nel male. E un allenatore seppur di nome, respinto in blocco da una squadra non può che essere allontanato prima possibile. Ed è stata sempre la squadra ad arrivare fin qui ed è stata ancora la squadra, quella Campione d'Italia, d'Europa e del Mondo in carica, a colare a picco, spossata dalla stanchezza di una di quelle rimonte che non solo finiscono, ma sfiniscono!
Eppure l'Inter si era accesa dopo nemmeno 30" con uno splendido gol da metà campo di Stankovic. E dopo il primo pareggio dei tedeschi con Matip su una mischia da angolo, aveva subito ristabilito le gerarchie con Milito, finalmente a posto. Poi altro pareggio Edu, ancora Milito che fallisce d'un soffio il 3-2 e la testa e la squadra di spegne, nella testa e nelle gambe, in una ripresa da suicidio con il gol di Raul, un'altra espulsione a Chivu, l'autorete di Ranocchia e la rete della cinquina finale ancora di Edu.
E' tutto troppo illogico per essere spiegato in un attimo, così come i 18 tiri, con cinque gol e due pali totalizzati da uno Schalke, imbottito di seconde linee. In 180 minuti l'Inter ha buttato via tutto quel che aveva faticosamente costruito in tre mesi, pagandolo a carissimo prezzo.
Leonardo, a questo punto, è più che mai il primo imputato, visto che la sua Inter diverte fin troppo anche gli avversari ed è capace di punteggi da campionato scozzese, o peggio ancora, romeno. La fase difensiva, prima ancora che i difensori, qui non si usa e se è vero che certi allarmi squillavano da tempo, era inimmaginabile beccare una cinquina di gol dalla squadra più scarsa delle otto rimaste in Europa, arrivata a San Siro neppure in formazione titolare. Ancora non ci credono neppure i tedeschi. Si pretendeva ragionevolmente che Leonardo cambiasse modulo, ma non è cambiato l'atteggiamento e la resa di Julio Cesar mentre osservava la palla del quinto gol infilarsi in rete resta emblematica.
Quando si perde così non ci si capisce niente: è da quest'estate che ripeto che l'anno prossimo l'Inter cambierà almeno per cinque undicesimi ma due nuovi acquisti da inserire nell'undici titolare. Pazzini e Ranocchia, sono già stati fatti. Un crollo così verticale nel momento decisivo non può essere spiegato solo con Leonardo, che come scrivevo fin dalla sua presentazione, all'Inter è venuto per un discorso che non riguarda solo la panchina, presa quest'anno in corsa perché c'era emergenza. Ma sfido chiunque a dirmi che tre giorni fa pensava seriamente di togliere subito la panchina a Leonardo, a parte i mitomani che ora racconteranno di averlo previsto: quelli che volevano la pelle di Benitez, quasi sempre, sono gli stessi che ora vogliono quella di Leonardo e di qualsiasi altro allenatore, pur di giocare a fare i presidenti almeno su internet. Ma io mi rivolgo a ben altro pubblico: quelli che attaccano il cervello prima della spina del PC.
La verità è che qualsiasi idea rivoluzionaria adesso rischia di essere sbagliata: l'Inter degli ultimi quattro giorni può prendere gol a raffica non solo dal Milan o dallo Schalke ma da chiunque, semplicemente perché è cotta e, per di più, non difende! Altro che moduli, altro che storie. Ora le restanti energie saranno nuovamente riversate in campionato. Già, ma quali energie?