Sabatini: "Dzeko? Per degradare un capitano deve commettere un omicidio"
Walter Sabatini è intervenuto ai microfoni di Tele Roma 56 per parlare della situazione della Roma, di cui è stato dirigente in passato. Oggi è nello staff del Bologna, ma continua a ricordare con grande affetto la società per cui ha lavorato e la squadra per cui non ha mai nascosto di tifare. Nel corso della chiacchierata, Sabatini ha parlato della situazione di Dzeko. "Sono di parte perché l'ho preso. E' un professionista eccezionale, con una grande educazione - si legge dal Corriere dello Sport nella versione online -. Non ha mai creato problemi e non può crearne. Se c'è stato un diverbio da spogliatoio non ci possono essere conseguenze così importanti. Ricordo che in due anni è stato ceduto quattro volte. E per quattro volte ha deciso di restare alla Roma. E' il capitano, ha realizzato oltre 100 gol, a che cosa tende questa storia di Dzeko? Perché ci deve essere un'autodistruzione di tutto l'ambiente per una presa di posizione di un allenatore seppur bravo? Gli allenatori a volte prendono queste decisioni per aumentare il loro carisma nello spogliatoio, ma le cose devono finire in fretta e bisogna tornare alla normalità. A meno che Dzeko non sia stato così sleale e cattivo da non poter tornare indietro. Io, che conosco lo spogliatoio e il dopo-gara, so che non può essere successo qualcosa di così grave da levare un giocatore così forte. Questa faccenda va risolta in maniera definitiva e gli va ridata la fascia. Non si degrada un capitano, a meno che non si commetta un omicidio".