Intervistato dai colleghi della
Gazzetta dello Sport, Arrigo
Sacchi ha provato a leggere dal punto di vista tattico
Italia-Svizzera, spareggio che regalerà la certezza quasi matematica della qualificazione a Qatar 2022 a una delle due squadre: "Gli azzurri hanno ormai interiorizzato il gioco di Mancini, sono intercambiabili: non ci sarà Verratti, ma dovrebbe esserci Locatelli che ha ottime qualità - evidenzia l'ex ct azzurro -. I centrocampisti dovranno disegnare quelle trame fitte di passaggi, sempre rapidi e brevi, per mandare in crisi la retroguardia della Svizzera. In campo mi piacerebbe vedere tanti triangoli che si disegnano, dove i vertici sono i giocatori: è necessario che Insigne, faccio un esempio, quando riceve il passaggio, abbia tre-quattro soluzioni. Passaggio in avanti per costruire, passaggio indietro per ovviare alla pressione dell’avversario, passaggio laterale per cambiare fronte. L’Italia deve muoversi come un blocco unico e, quando ha la possibilità di crossare, deve farlo, ma non con traversoni alti. Non abbiamo Gigi Riva in area, e quindi cross bassi e potenti. E poi tre giocatori a riceverli: uno sul primo palo, magari Belotti se il pallone viene da sinistra, uno sul secondo, e penso a Chiesa, e uno in posizione più arretrata, e qui andrebbe benissimo
Barella".