Sacchi: "Non mettiamo alla sbarra Mancini. Ecco cosa è successo all'Italia"
di Alessandro Cavasinni
"Roberto ha iniziato a lavorare con un gruppo di ragazzi fra cui molti sconosciuti o non titolari, ha dimostrato coraggio ed idee. La Nazionale ha sorpreso subito iniziando a vincere giocando un bel calcio - sottolinea Sacchi -. Quindi un vero miracolo calcistico ha permesso al c.t. e ai suoi ragazzi di laurearsi campioni d’Europa con merito, bellezza e armonia. Hanno battuto tutti i record, hanno divertito e sono cresciuti. Hanno giocato un football corale come raramente si era visto in questo Paese. Poi il crollo, lo splendido collettivo che divertiva e vinceva ora non diverte più e tanto meno vince, anche contro nazionali di scarso valore".
Cosa è successo? "Il calcio non è un sistema di gioco ma una filosofia che per vincere non può disconoscere i valori: la motivazione, la generosità, la passione, l’entusiasmo, la modestia, il correre, il sacrificarsi per i compagni, l’intelligenza che è molto più importante dei piedi. Disporre di un collettivo con intelligenza permette di avere atleti maturi ed affidabili - spiega l'ex. c.t. azzurro -. Purtroppo il nostro calcio è ancora lo specchio di una società vecchia, in crisi economica, culturale e morale, in recessione, con scarsa progettualità che punta tutto sul singolo, sullo straniero e sulla forza per rimediare ad una povertà di idee. Non mettiamo alla sbarra Mancini e i suoi ragazzi a prescindere dai risultati, loro hanno cercato di uscire dalla nostra mediocrità con il coraggio e la volontà di tutti. Ci sono riusciti nonostante il Paese vecchio che, in generale, interpreta il football uno sport individuale e invoca il singolo che si metta sulle spalle la squadra. Non è così, gli Azzurri hanno vinto finché sono stati squadra nello spirito e generosità e tutti 11 hanno interpretato un football ricco di innovazione e futuro. Roberto si qualificherà ma per riuscirci dovrà valutare quali posseggono i valori per essere un collettivo di professionisti che giochino per e con la squadra a tutto tempo, dando tutto se stessi. Senza etica non c’è squadra e non c’è crescita".
Altre notizie
Sabato 14 dicembre