San Siro, l'allarme del Politecnico: "La demolizione costa 15 anni di lavoro sulle emissioni"
Paolo Pileri, docente di Pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico, ha calcolato le emissioni di CO2 conseguenti alla possibile demolizione del Meazza e alla ricostruzione di un nuovo impianto. E' stato poi invitato a riferire le sue considerazioni, riportate oggi dal Corriere della Sera, davanti alle quattro commissioni del Comune di Milano. "La demolizione-ricostruzione del Meazza varrebbe il 5% delle emissioni dell’intera città, considerando solo le voci cemento e carpenteria metallica che riveste lo stadio. Sarebbe una quantità pari alle emissioni che, secondo il Piano Aria Clima, sono state ridotte in 15 anni con una sola opera pubblica", spiega Pileri, secondo cui, come spiega ancora il Corsera, per compensare la mole di emissioni prodotte bisognerebbe trasformare a bosco 210 ettari di aree urbane.
A compensazione, nel progetto iniziale della Cattedrale, è previsto un parco di 11 ettari. "È una proposta importante — dice Pileri — Ipotizziamo di farne un bosco con mille alberi per ettaro anche se probabilmente non sarà così. Gli alberi andrebbero a compensare solo il 5 per cento della quota del cemento armato. A febbraio le piante erano 248mila. Ipotizzando che siano tutti alberi, il 74 per cento delle piante già piantate servirebbero solo per compensare il cemento dello stadio. Oggi bisogna chiedersi se ha senso fare questo tipo di opere. Per me no, perché mette in crisi le azioni virtuose che Milano sta mettendo in campo. Un’unica opera mette in crisi il piano Aria Clima e si porta via tutto il progetto Forestami".