Sassuolo, De Zerbi durissimo: "Super League colpo di stato, domani non vorrei giocare col Milan"
Presa di posizione dura sulla Super League da parte di Roberto De Zerbi, tecnico del Sassuolo, che alla vigilia del match di campionato contro il Milan ha fatto sapere che rinuncerebbe volentieri a giocare la partita di San Siro: "Credo sia arrivato il momento anche di esporsi, io domani non avrei piacere a giocare la partita perché il Milan fa parte di queste tre squadre (assieme a Inter e Juve ndr) che giocheranno questa competizione - le sue parole a SassuoloChannel.com -. L'ho detto ai giocatori e a Carnevali. Se Carnevali mi obbligherà ad andare, chiaramente ci vado. Ma sono rimasto male. Sono arrabbiato perché il calcio mi ha dato da mangiare per 40 anni e anche io al calcio ho dato tutto e non la metto come questione lavorativa, va oltre al lavoro e allo stipendio, ma proprio nella sfera dei valori, dei sentimenti, delle rivalità calcistiche italiane sulle quali si sono giocate tante partite, si sono scritte tante pagine. Così non mi piace e quindi cerco di combatterlo secondo i valori che i miei mi hanno trasferito e non abbassando la testa o facendo finta di niente, anche se potrebbe andare contro, in futuro, a qualche mio interesse. Però è giusto che noi del calcio, così come hanno fatto Klopp, Bruno Fernandes, i tifosi del Liverpool, del City, ci si esponga. Questa è una pagina triste, grave, pesante, che può andare a rovinare il mondo che io amo e che ho amato e per il quale mi sono speso in tutto e per tutto".
De Zerbi, poi, prosegue usando parole ancora più pesanti per descrivere il comportamento dei 12 club che hanno fondato questa competizione elitaria in gran segreto: "Sono molto toccato e arrabbiato di questa cosa a tal punto che ieri abbiamo parlato con la squadra per una mezz'ora. E' giusto fermarsi come ogni tanto accadeva a scuola quando si fermava il programma. Sono molto arrabbiato perché domenica è stato fatto un colpo di stato! Questo episodio equivale un colpo di stato nel calcio, nei contenuti e nella modalità. Nei contenuti perché il calcio è di tutti ed è meritocratico".