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Scarpini: "Balotelli santo, gli interisti no: mi stupisco"

di Fabrizio Romano

Dal proprio editoriale per TMW, Roberto Scarpini si esprime così sulla questione delle valutazioni del giudice sportivo: "E' stata la settimana dello stupore per i tifosi dell'Inter riguardo al mondo dell'informazione a sua volta stranito da decisioni che i più avrebbero considerato ovvie. Il giudice sportivo ha emesso delle sentenze attese e subito sono scattati, nel mondo della comunicazione, i paragoni. Da una parte Schelotto, che prende un pugno in campo, capelli tirati, una spinta da Cigarini a partita finita. Dall'altra parte Balotelli, 2 giornate per lui. Una bagarre, direbbero i francesi, in cui Ezequiel, sbagliando, si difende, perde le staffe e viene sanzionato con una giornata contro le due comminate a Mario "per avere, al termine della gara, nel recinto di giuoco, rivolto ad un arbitro addizionale un'espressione ingiuriosa". Chi fa cronaca in casa Milan, anche in televisioni generaliste, cioè non in un Club Channel, è entrato nel merito del significato di "ingiuriosa". Posto che ingiurioso vuol dire "Offensivo, oltraggioso" e che magari un ufficiale di gara si può sentire oltraggiato da un "cazzo ti guardi" non detto col sorriso, e qui siamo alle note d'educazione, insisto sulla necessità per il mondo dell'informazione di stupirsi e entrare nel merito.

Cassano, dopo la disastrosa direzione di Giacomelli in Inter Cagliari, prese 2 giornate "per avere, al termine della gara, nel sottopassaggio che adduce agli spogliatoi, rivolto all'Arbitro un'espressione ingiuriosa; infrazione rilevata anche dai collaboratori della Procura federale". Antonio, è un ragazzo fumantino, direte. Ranocchia no.

Inter Genoa finisce 1-1, Andrea è squalificato per un turno, "espressioni provocatorie all'indirizzo del quarto uomo". Pare abbia usato il termine "vergogna". Infine, senza termini, Guarin. Una giornata "per aver assunto atteggiamento aggressivo e intimidatorio nei confronti di un assistente". Non servono neanche le parole e la squalifica scatta, in quello che, evidentemente è una impronta precisa che chi decide, vuole dare al nostro calcio. Tre occasioni, per stupirsi, ma lo stupore arriva solo nella difesa di Mario. Noi, una volta, quasi da soli, lo consideravamo un bravo ragazzo. Ora in tanti, evidentemente lo considerano un santo. Meglio per lui. Mi posso stupire però?

Di arbitri è inutile parlare ulteriormente. Ritengo che all'Inter manchino punti, frutti di tanti errori, in una stagione che come in tante occasioni abbiamo fatto notare a Inter Channel, con la massima onestà intellettuale, ha preso una piega negativa certamente non solo per gli errori di chi dirige, ma anche per errori e sfortune che hanno severamente condizionato la stagione dei ragazzi. Se siamo arrivati a parlare solo ora di arbitri è proprio per non fare come si dice a Milano " i piangina". Vittime no, ma neanche "belle addormentate nel bosco" però.

Le italiane escono dall'Europa (è la Lazio a mio avviso la più sfortunata) e si torna a parlare di impossibilità, di budget e stadi di proprietà. Sicuramente c'è una parte di ragione, ma mi sembra che il gioco sia quello di analizzare per gran parte della stagione il calcio italiano come se fossimo ancora a Madrid ad aspettare una delle notti più belle della nostra vita, per poi in realtà dalle eliminazioni in poi analizzare tutte le incongruenze. Ci vuole equilibrio, ci vuole programmazione a livello istituzionale per modificare anche a medio-lungo termine la storia del nostro calcio. E noi, operatori dell'informazione pur consapevoli di dover vendere un prodotto, dobbiamo stimolare in forma critica, alle basi, questo processo di crescita.

Cagliari e Parma, per ripartire in campionato e cercare una dimensione consona alla nostra storia mentre credo sia quella con la Roma la gara fondamentale. Vincere vuol dire andare a giocarsi un titolo a Roma con la Lazio. Un punto di partenza, per ricominciare a sognare. Tutti allo stadio".


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