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Schick: "Mi piacevano le offerte che venivano da Torino, Milano e Roma. La Juve? Mi arrabbiai per un motivo"

di Mattia Zangari

Intervistato in esclusiva da Reporter, magazine ceco, Patrick Schick ha riportato indietro le lancette dell'orologio alla scorsa estate, periodo nel quale è stato il protagonista involontario di una lunghissima telenovela di mercato: "Alla fine della scorsa stagione potevo scegliere, le offerte che mi piacevano di più arrivavano da Torino, Milano e Roma - si legge sull'edizione online de Il Messaggero - Scelsi la Juventus, ero stato chiamato da Nedved e tutto sembrava affascinante. Non vedevo l’ora. A giugno mi sentivo un giocatore della Juventus, ma in realtà non lo ero. Le visite mediche a Torino? Sapevo che non era niente di serio, era un’infiammazione cardiaca che era passata, stavo bene, sapevo di avere abbastanza tempo per riposare e che tutto sarebbe stato normale, ma la Juventus rinviò il mio trasferimento. Quando tornai dalle vacanze, il mio agente Paska mi disse che sarei dovuto tornare a Torino per altri test. Risposi che non sarei andato da nessuna parte. Alla Juventus non importava più di me, ero un po’ arrabbiato".

L'attaccante ex Samp, poi, prosegue così il suo racconto: "A metà luglio, la clausola di risoluzione da 25 milioni non fu più valida, dunque il presidente della Sampdoria mi disse che avrebbe voluto spuntare il prezzo più alto possibile e lo fece, cedendomi per 40 milioni di euro alla Roma. Quando ho firmato, ho provato grande sollievo perché potevo concentrarmi solamente sul calcio". 

Non manca, infine, un auspicio per il futuro: "Spero di potermi trasferire tra qualche anno in un club ancora migliore, dove sarò pagato ancora meglio, è una motivazione che mi ha sempre aiutato molto. Dove? Non credo di poter andare molto più in alto di così. Ma forse restano un paio di club… diciamo Real Madrid, Barcellona o Manchester United". 


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