Sconcerti: "E' arrivata l'Inter dei cinesi. Giusto esonerare Pioli e geniale l'idea di assumere Sabatini"
Fonte: Corriere della Sera
"C’è qualcosa di geniale nell’arrivo di Sabatini all’Inter, anzi, alla Suning. Sabatini è un romantico, un Byron invecchiato sulle Marlboro con capacità quasi uniche di intravedere il talento nel calcio. La parte strana è che l’Inter in quel ruolo ha già Ausilio, meno poetico, comunque bravo. La parte geniale è che nessuno al mondo ha mai cercato due modi diversi per giudicare un calciatore. Ha ragione l’Inter o ha ragione il mondo? Personalmente credo poco nelle abitudini (si cambiano) e molto nelle novità". Questo il giudizio positivo che Mario Sconcerti propone sul Corriere della Sera. "Sabatini è un dolce primitivo, corre da solo, è sospettoso e diffidente. Alla Roma ruppe con Baldini che lo aveva assunto. Ne rilevò il posto per bisogno di solitudine. Ma è difficile sbagli giudizio su un calciatore. È vanesio, con un senso epico dei suoi anni. Per lui il calcio è una pulsione sessuale, un eccesso villano e continuo, un paradigma di sentimenti, però sui giocatori ci azzecca. Ne capisce, sbaglia pochissimo. Ed è da grande squadra. Adesso è difficile vedere tanta competenza in una squadra sola. Può esistere? Nel dubbio, Sabatini resta un grande arrivo. Nel suo mestiere è un Maradona malconcio, ma con la classe originale. Sono d’accordo anche sull’altra decisione Suning, quella del ribaltone tecnico. È corretto il senso. Dice che il futuro è cominciato adesso. Lo dice ai giocatori, che non hanno più davanti tre partite inutili. Da adesso si gioca per vedere chi è da Inter. Perché non avrebbe dovuto farlo? Pioli non poteva dare più niente, ma continuava a mascherare i limiti della squadra. Ora la squadra è sola, sono soli i giocatori. Questa è la vera novità: è arrivata l’Inter dei cinesi. Aveva qualcosa da difendere, un traguardo da raggiungere? Non mi pare. Così ha chiarito a giocatori e popolo che i padroni ci sono e hanno un’anima. Non vedo errori. Semmai non vedo nemmeno soluzioni, ma un principio di vita diversa, questo sì".