Sconcerti: "Il vero fallimento è se salta la prossima stagione. Oggi non comincerebbe"
"Quando parliamo di riprendere a giocare pensiamo a giugno e luglio, cioè a dodici giornate del vecchio campionato. Senza chiederci mai come potremo mettere in sicurezza le 380 partite della prossima stagione. Che senso ha cercare un protocollo per quaranta giorni e non uno per l’anno che seguirà di lì a un mese?". L'incipit dell'articolo di Mario Sconcerti sul Corriere della Sera di oggi mette già in chiaro il pensiero dell'editorialista.
"È tempo di cominciare a lavorare - si legge - per mettere in sicurezza il prossimo campionato. Ripeto: oggi non comincerebbe. Già non esiste. Per farlo esistere di nuovo deve arrivare qualcosa di universale come un vaccino o grandi idee che ne curino il pericolo. Nessuno con le leggi di oggi si prenderebbe la responsabilità di farlo partire. Stiamo solo eliminando il problema eliminando la domanda. Ma se salta la stagione, allora sì, salta davvero l’intera industria del calcio, dai palloni alle partite, dai soldi alla distrazione sociale, alle televisioni, a chi costruisce scarpette e maglie, dai contratti dei calciatori ai tanti media che lo raccontano. Sarebbe un fallimento vero, totale. Vedo che tutti ormai parlano di mercato. È una soluzione corretta, la ricerca di un argomento alternativo. Ma per avere un mercato, serve un campionato. E quello adesso non c’è"