Serena: "Lukaku mi ricorda Vieri, Lautaro Aguero. C'è la mano di Conte"
Intervistato da Tuttosport, l'ex attaccante nerazzurro Aldo Serena ha analizzato così la coppia gol del momento, composta da Romelu Lukaku e Lautaro Martinez: “Se mi aspettavo questo impatto? Mi aspettavo, viste le qualità dei due, che ci fossero i gol, ma un’intesa così profonda no perché non è semplice da trovare in così poco tempo».
I due sembrano compagni da tempo.
“Ci deve essere per forza empatia per trovare una tale sintonia, dentro e fuori dal campo. L’esempio, secondo me, lo ha dato il più esperto fra i due: Lukaku ha una generosità unica, lavora a 360 gradi per la squadra, non è invidioso o egoista. E’ trascinante, non solo fisicamente”.
Cosa le piace del belga?
“La progressione, impossibile da frenare, su di lui i difensori rimbalzano. Lukaku è un carro armato. Lo guardo con ammirazione”.
E di Martinez cosa la colpisce?
“Lautaro è uno studente modello. I suoi movimenti in campo sono lo specchio di quello che richiede Conte. L’argentino è un giovane campione che ha voglia di imparare e che costruisce di giorno in giorno il proprio futuro”.
Fa impressione vedere la crescita di Martinez rispetto alla scorsa stagione.
“C’è la mano di Conte. Il tecnico ha bisogno di giocatori che lo seguano, che diano tutto, dediti al suo verbo e lui li ricompensa con una tipologia di gioco perfetta per loro. Martinez, così come Lukaku, sono giocatori che si danno al 100% alla squadra. E le dico, non è semplice perché oggi i calciatori sono delle multinazionali, intorno a loro girano tanti soldi e spesso è facile pensare più a se stessi. I due attaccanti dell’Inter sembrano mettere davanti a tutto il sacrificio e gli interessi della squadra”.
Fischieranno le orecchie a Icardi...
“Secondo me ci sono due discorsi separati da fare. Icardi rimane uno straordinario finalizzatore, è uno che in area di rigore sbaglia poco, molto meno di Lukaku, per esempio. E dunque in un determinato contesto ci può stare. Non in questa Inter, per lo meno per quanto finora dimostrato sul campo e richiesto da Conte, ovvero giocatori che siano connessi al gioco di squadra e al gruppo. Secondo me Icardi in questa Inter non avrebbe avuto spazio per tutta la storia che ha avuto nel club nerazzurro: chi ha a cuore il gruppo, chi ragiona su quell’obiettivo, non fa accadere le cose che sono successe nell’ultimo anno; parla, o fa parlare, e agisce in modo diverso”.
Tornando a Martinez: se fosse arrivato Dzeko come sarebbe finita?
“Che avrebbe giocato meno. Con una competizione maggiore si sarebbe innervosito rimanendo in panchina e in campo non avrebbe avuto la tranquillità nelle giocate che ha ora, come dimostrano i tiri al volo o di prima intenzione fatti a Praga”.
Nelle ultime ore si sprecano i paragoni: Lukaku-Martinez come Serena-Diaz. Che dice?
“Secondo me è un accostamento che può starci per quell’idea di giocare l’uno per l’altro, di essere generosi e gioire del gol del compagno. Tecnicamente siamo però molto diversi, loro si dividono gli spazi, mentre io stavo in area e Ramon svariava dietro di me”.
Lukaku chi le ricorda?
“Sento parlare di Adriano, ma il brasiliano era un solista. Fisicamente si assomigliano, ma io dico Vieri: Bobo faceva gol, ma lavorava anche tanto per la squadra”.
E Martinez?
"Il paragone più scontato è con Aguero. Entrambi non altissimi, ma robusti e bravi a proteggere il pallone. Aguero forse è più rapido nei primi metri, più tecnico e bravo nella rifinitura; Lautaro è letale nella conclusione e nella visione dello specchio della porta”.
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