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Severgnini: "Inter, a Napoli ho visto una squadra che sa resistere e il piacere estetico della difesa ben fatta"

di Mattia Zangari

Dalle pagine del Corriere della Sera, arriva anche l'elogio di Beppe Severgnini, giornalista e noto tifoso interista, alla bellezza della difesa spallettiana messa in mostra al San Paolo di Napoli: "C’ è zero a zero e zero a zero - scrive Severgnini -. Non vogliamo infierire sul Milan; vogliamo parlare bene dell’Inter. O meglio: spiegare perché una partita difensiva può essere bella, anzi molto bella. E non lasciare alcun rimpianto per i gol mancati. I gol evitati, talvolta, possono essere perfino più gustosi. Il Napoli, oggi, gioca meglio dell’Inter: è più fluido e naturale. E la naturalezza, in ogni professione, viene dalla sicurezza. Ma l’Inter ha dimostrato organizzazione e tenuta psicologica: due qualità che una squadra amabilmente pazza, nella sua lunga storia, ha spesso dimenticato. Le gesta dei portieri sono spettacolari: per quello piacciono ai bambini e ai poeti. Ma sabato sera Handanovic ci ha messo qualcosa in più. Due parate consecutive nel primo tempo; e, alla fine, è volato di lato per parare il tiro del compagno di squadra Miranda (il tipico episodio che, in altre stagioni, sarebbe finito in modo tragicomico). Nagatomo, che forse non è in cima all’olimpo nerazzurro, ha giocato una partita impeccabile contro Callejon. Godersi le chiusure di Skriniar su Mertens — un fallo, solo un paio di errori — non costituiva un ripiego; era ammirazione per un lavoro ben fatto. La stessa che proviamo per l’idraulico che sistema la tubazione: non ha conquistato il mondo, ma ha impedito che s’allagasse la casa. La fatica ordinata, la resistenza che diventa resilienza: tengo duro, e da questo traggo soddisfazione. Il calcio non ha mai dato troppa importanza alla difesa, anche se dice di farlo. I terzini passati alla storia — Facchetti, Cabrini, Maldini — avevano propensioni offensive. Erano le discese in attacco, non le fatiche in difesa, che colpivano la fantasia dei tifosi e rimanevano nella memoria. Esiste la classifica dei marcatori, che tiene conto dei gol segnati; non esiste una classifica dei difensori, che conteggi i gol evitati (e non solo perché sarebbe filosoficamente complessa da stilare). Altri sport hanno ben chiara l’importanza della difesa. Nel baseball è al cuore del gioco: tutti contro il battitore. Nel football americano il sack — l’azione con cui il quarterback è placcato prima che possa effettuare un lancio — viene celebrato dall’Intero stadio come un’impresa. Nel basket Usa le tifoserie gridano «De-fence! De-fence!» per incoraggiare la propria squadra mentre gli avversari attaccano (negli stadi italiani i tifosi fischiano, qualcuno dovrebbe spiegarmi perché). Per riassumere: la bella difesa è un piacere estetico. Per chi crede nel calcio come allegoria sessuale, è la soddisfazione di aver mantenuto intatta la propria virtù. Vecino e Gagliardini sono entusiasmanti sia quando partono come locomotive sia quando rubano palla (cercavamo i nostri Vidal e Nainggolan, vuoi vedere che li abbiamo in casa?). Se l’attacco è genio, la difesa è regolatezza. Solo così si arriva lontano, e non soltanto nel calcio". 


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