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Siligardi: "Sogno l'Inter, ma ora c'è il Bologna"

di Redazione FcInterNews
Fonte: Tmw

Tra le note più liete di questo avvio di stagione positivo per il Bologna c'è Luca Siligardi, classe 1988, una delle stelline provenute negli ultimi anni dal vivaio nerazzurro, spedito sotto la Torre dell'Asinello a farsi le ossa (dopo un primo tentativo non fortunato a Bari). E il primo bilancio di questa esperienza è più che positivo per l'attaccante esterno mancino, intervistato da Tmw. Ecco le sue risposte:

Luca, com'è la prima stagione in Serie A?
"Son contento per aver fatto sei presenze su otto. È dura, molto dura, soprattutto con squadre come Palermo, Sampdoria, Inter che giocano forte. Noi siamo tosti e ci facciamo valere, anche se siamo una squadra piccolina".

Quando il primo gol nella massima serie?
"L'importante è che arrivi in un momento clou, magari decidendo una partita importante, poi che sia bello o brutto non m'interessa. Fare un gol in A sarebbe un altro mio piccolo - grande sogno che si realizza".

Ti piace essere impiegato largo sulla fascia oppure vorresti giocare più vicino alla porta?
"Nell'ultimo periodo sono molto più trequartista che esterno, però ho notato che faccio più fatica, sulla fascia riesco a fare più cose che voglio. Essendo stato sempre abituato a giocare sull'esterno, mi vien da giocare più sciolto e molte volte, anche se può sembrare che sia fuori dai giochi, riesco a esprimermi meglio rispetto a quando sono trequartista".

Dietro le punte tocchi più palloni.
"Sì, ma sono uno che fa fatica a trovare la posizione da trequartista. Poi molte squadre usano il mediano basso, quindi per me diventa difficile smarcarmi. Infatti, l'ho fatto bene nel secondo tempo con la Sampdoria, con Palombo (29) e Tissone (24) che non facevano lo schermo basso. Sull'esterno sono più libero anche toccando meno palloni, anche perché riesco a puntare e saltare l'uomo".

Avete pagato lo scotto del cambio di allenatore a poche ore dall'inizio del campionato?
"Guardando i risultati poco, perché abbiamo fatto bene. Non abbiamo perso partite molto difficili, naturalmente il gioco non è stato il top perché il cambio è arrivato all'ultimo, anche se abbiamo avuto due settimane fra la prima e la seconda giornata per metabolizzare. Non l'abbiamo accusato più di tanto, siamo stati bravi a integrarci subito con Malesani".

La tua prima avventura dopo la Primavera è stata a Bari con Antonio Conte. Dopo averti fortissimamente voluto, a gennaio ti tagliò, come mai non ci fu feeling?
"Sono domande che mi facevo anch'io! Forse c'erano giocatori migliori di me, o che facevano cose che io forse non facevo. Ci son tante spiegazioni dal mio punto di vista, poi quelle del mister non le conosco. La piazza era giusta, anche come inizio ritiro non ero andato male, poi gli altri evidentemente facevano le cose meglio e venivano premiati con una maglia da titolare. Diciamo che anch'io non ero predisposto a livello mentale, ero troppo giovane, uscivo dalla Primavera e non sapevo come andavano certe cose. Mi basavo sul settore giovanile che è un altro mondo rispetto ai grandi, e ne ho pagato le conseguenze prima a Bari poi a Piacenza. Forse il mister non mi vedeva benissimo, ma faccio anche un mea culpa, ho delle responsabilità. Venendo fuori dall'Inter, da giovane, non sono riuscito ad ambientarmi. Prese le prime martellate ritorni coi piedi per terra, maturi, e capisci che il campionato di B è molto difficile, forse anche più della A, e non puoi permetterti certi errori. A Trieste l'anno dopo ho capito lo sforzo che c'era da fare, magari giocando meno di quello che avrei meritato, ma mi è servito per far vedere qualcosa di quello che so fare".

Perché non sei mai stato preso in considerazione dall'Under 21?
"Questo è un altro punto ignoto per me! Io vedo anche uno come Casarini (21), che ha già una trentina di presenze in A, ignorato dall'Under. Non so di essere mai stato seguito dall'Under, mi dispiace comunque che siano stati eliminati, anche perché l'eventuale Europeo sarebbe stata l'ultima mia possibilità di vestire quella maglia. Non ne faccio un dramma, vediamo l'esempio di Bonucci (23) che ha giocato con me, lui non è mai stato in Under ed ora è titolare in Nazionale e in A. Ha fatto un'ottima stagione a Bari e si sta confermando bene, gli auguro il massimo".

Sei uscito dal vivaio da tre stagioni, vedi una crisi del settore giovanile italiano?
"Secondo me si guarda troppo il giovane all'estero, e troppo poco nei propri vivai. Se analizziamo il Barcellona, sui venti della rosa dieci sono della cantera, ci sarà un motivo se la Spagna è Campione d'Europa e Mondiale. C'è troppa esterofilia da noi, troppa".

Qual era il tuo idolo da bambino?
"Mi è sempre piaciuto Messi, che gioca un po' esterno come me. Vedendo le giocate che fa mi sono sempre immedesimato, lui è quello che mi è sempre piaciuto tanto".

Come mai hai scelto il settantasette come numero di maglia?
"Ho provato l'ottantotto a Bari e Piacenza e mi è andata male. Ho provato il settantasette perché mi piace il sette ma visto che era occupato l'ho raddoppiato. E poi il settantasette sta meglio con Siligardi, è più lungo, è un discorso di grafica, non c'è niente di personale. Anzi magari arrivare a fare sette gol, ci metto la firma subito".

Cosa pensi dei collage dei tuoi gol presenti su YouTube?
" (Ride) Sono rimasto sorpreso anch'io, quando hanno pubblicato il video con tutti i gol segnati con l'Inter. Non so chi l'abbia fatto, è stupendo, son contento di queste piccole soddisfazioni che regala il mio lavoro".

Sei a Bologna in prestito dall'Inter, in cuor tuo speri ancora di tornare da protagonista in nerazzurro?
"È naturale, il sogno di ogni ragazzo è giocare in un gran club. Io son contento di essere a Bologna perché è una piazza che fa valere i giovani, preferisco rimanere qui, dimostrando di poter competere e giocare, piuttosto che andare in una grande per giocare ogni tanto se va bene. Non credo di diventare un fenomeno dall'oggi al domani avendo poi il posto assicurato all'Inter, quindi va bene rimanere qui e lottare per posizioni meno nobili ma conquistate anche da me".

Ti alleni quotidianamente con Viviano (24), è pronto per diventare un top player?
"Viviano è il primo portiere della Nazionale, è forte e può migliorare ancora tanto. Ha una buona tecnica, un gran mancino, ha tutti i requisiti per diventare il numero uno in Italia e anche in Europa, gli auguro di fare sempre meglio".

L'obiettivo del Bologna 2010/2011 è la salvezza?
"Naturalmente sì".

E quello di Siligardi?
"Sarò contento se ci salveremo! Spero di giocare il più possibile, e magari anche di fare qualche gol. Ma l'obiettivo principe è la salvezza. Poi dopo vedremo, sarà tutto guadagnato".


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