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Skriniar e i simboli interisti: "Pupi mi ha scritto dopo la firma, lui e Milito parte del club. Ronie primo idolo"

di Christian Liotta
Fonte: Futbalsfz.sk

Nel corso della sua lunga intervista coi media slovacchi, Milan Skriniar ha sottolineato l'importanza di una figura come Javier Zanetti per l'Inter e anche per lui: "Quando ho firmato con l'Inter, mi ha mandato un messaggio scrivendomi che ero arrivato nel club giusto. Zanetti è una persona incredibile, una leggenda del club che continua a lavorare in questa società. L'ultima volta che ha organizzato un incontro coi bambini offrendo loro dei doni io ero presente. Quando siamo andati in Cina, poi, con noi ha viaggiato anche Diego Milito, un'altra leggenda dell'Inter. Queste persone sono parte del club, anche se non giocano più sono ancora integrate nel mondo nerazzurro e di loro i tifosi dell'Inter possono essere orgogliosi". E legato ad un altro grande ex interista è il primo ricordo di Skrinka col calcio: "Il mio modello era Ronaldo, da piccolo volevo fare l'attaccante. Quando sono andato coi miei genitori al Museo di San Siro, ho passato la maggior parte del tempo a farmi le foto accanto alla sua maglietta".

A proposito del suo rapporto con l'Italia, Skriniar aggiunge: "Un grande Paese, la vita è eccellente. Ho vissuto a Genova e a Milano: la prima ha il vantaggio del mare, la seconda ha grandi monumenti. La cucina, poi, è super. All'inizio ho avuto problemi con la lingua, non avevo alcuna dimestichezza; ma quando sono arrivato alla Sampdoria, il mio connazionale David Ivan e altri compagni mi hanno aiutato subito traducendo tutto quello che mi serviva sapere. Ci ho messo un po' a familiarizzare con l'italiano, ma gradualmente ho imparato tutto e ora non ho problemi a parlare e comunicare coi media. Calcisticamente, sapevo già che qui si dà molta enfasi alla tattica e l'ho capito venendo alla Sampdoria. Non nego che ci sono stati dei momenti in cui in allenamento mi sono annoiato... Ma poi in campo ho capito che tutto aveva un senso. Mi sono impegnato, ho risposto meglio, competere coi compagni mi ha aiutato. Grazie all'allenamento tattico, i giocatori possono capire meglio quello che vuole da loro l'allenatore sul campo".

 


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